Filovia Pescara: CeSMoT, molto rumore per nulla

8521_90nomentanaAncora una volta nella città di Pescara registriamo l’ennesimo atto della commedia anti filobus ad opera delle “solite” associazioni, che, caso alquanto unico e bizzarro in Italia, si battono contro la realizzazione di un sistema ecologico. Dopo aver proposto la sostituzione del filobus con dei minibus elettrici, l’ultima bizzarra proposta in ordine di tempo è quella di far circolare sulla famosa strada parco degli autobus ibridi, che avrebbero il “pregio” ,a loro dire, di non avere le “impattanti superflue infrastrutture fisse”
Molto probabilmente, in considerazione che il modello di autobus VDL Citea da loro proposto è molto diffuso in Europa nella sua classica versione diesel, i vari comitati parlano di ibrido confondendolo con un banalissimo bus a gasolio. Quindi, molto rumore per nulla: si propone di abbandonare la filovia per comprare semplicemente dei nuovi bus a gasolio, inquinanti e poco moderni.
A questo punto, se proprio vogliamo parlare di ibrido, ibrido sia il servizio, riservando le corsie realizzate per la filovia al transito per il car sharing, vero ibrido: un mezzo privato che fa servizio pubblico

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Atac, filobus reinternalizzata manutenzione per evitare sprechi

8521_90nomentanaIn relazione a notizia di stampa, Atac precisa che la tematica dei filobus custoditi nel deposito di Montesacro è da tempo all’attenzione dell’azienda, che ha mosso passi decisivi per ovviare ad alcune criticità che si erano presentate nel corso del tempo.

A tal fine, Atac ha internalizzato il processo di manutenzione delle vetture, contestando al tempo stesso al fornitore, che aveva la responsabilità di tale processo, alcuni comportamenti che hanno generato ulteriori criticità, fra le quali la cosiddetta “cannibalizzazione” dei mezzi. Per tali ragioni Atac ha rescisso il contratto e ha aperto un contenzioso che è in corso di definizione.

Nelle more Atac si è preoccupata, così come prevede la strategia aziendale della nuova gestione, di riportare all’interno del proprio perimetro tutte le attività relative alla manutenzione di questi mezzi. E in tal senso appaiono immotivate, fuorvianti oltre che palesemente false, alcune dichiarazioni ospitate nell’articolo che hanno come unico scopo quello di diffamare l’azienda, che per tale ragione si riserva di tutelarsi in tutte le sedi.

In particolare, fra l’altro, non è vero che i mezzi siano costati 900mila euro l’uno: le 30 vetture sono state acquistate al prezzo di 685 mila l’una. Così come è falso che le batterie costino 300mila euro, visto che il costo è di 75mila cadauna. Altrettanto, non corrisponde a verità che i mezzi debbano camminare attaccati al filo elettrico per preservare la durata delle batterie, anche perché se la vettura potesse camminare solo collegata al filo non avrebbe bisogno di batterie. Atac sottolinea inoltre che i mezzi sono stati acquistati e collaudati per il tragitto previsto nel capitolato di gara, che prevedeva il loro utilizzo con e senza batterie.

Non risponde al vero, infine, che le vetture siano abbandonate. In attesa di definizione del contenzioso, Atac sta lavorando per recuperare al servizio queste vetture, cogliendo l’occasione del fermo per reingegnerizzarle e quindi modernizzarle per renderle più efficienti. Tutto questo malgrado le note criticità economico-finanziarie con le quali l’azienda è costretta a confrontarsi tutti i giorni, che rendono assai complesso il rapporto con i fornitori.

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Appello per Filovia di Pescara

Gentile Sig. Sindaco
Gentile Presidente della Regione

La scrivente associazione CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti è fortemente preoccupata delle recenti dichiarazioni apparse sulla stampa locale circa la volontà di fermare i lavori della costruenda filovia pescarese. Al di là delle presunte non conformità nell’esecuzione dell’opera, non conformità che, a ns giudizio se rilevate andrebbero immediatamente segnalate agli organi competenti, riteniamo molto singolare ed anacronistica questa crociata contro il filobus, uno dei mezzi di trasporto, insieme al tram, ecologici per eccellenza. Ancora una volta assistiamo a proteste velleitarie, da parte di presunti comitati di cittadini che si scagliano, come negli anni ’60, contro la presunta antiesteticità di pali e fili, dimenticando forse che i fumi di scarico dei mezzi a motore rendono le ns città delle autentiche “camere a gas” e danneggiano molto di più l’ambiente dei pali. Avere inoltre la pretesa, come leggiamo sulla stampa, di sostituire filobus da 12 o 18 metri con delle “vetture elettriche” è quanto di più sbagliato possa esistere. Al di là della scarsa capacità di trasporto di queste vetture, ci si dimentica che le batterie (comunemente quelle al NiMH)hanno un ciclo di vita operativa di circa 10 anni e che la loro sostituzione ha dei costi non indifferenti. Del resto, basti guardare all’esperienza romana, dove era presente una delle più ampie flotte di minibus elettrici con numerose linee, dove il servizio è stato drasticamente ridotto proprio a causa degli alti costi di gestione. Riteniamo perciò fortemente strumentali le prese di posizione contro la filovia ed auspichiamo che l’opera pescarese non faccia la fine di altre opere italiche: basti pensare al “tram su gomma” aquilano i cui lavori sono stati sospesi quando ormai l’opera era pronta al 90%. Oppure potremmo citarVi l’esempio della Ferrovia Sangritana, dove anni ed anni di lavori, di cui non se ne vede fine hanno finora portato solo il risultato di avere in servizio una brevissima tratta da Lanciano a S. Vito, o la filovia di Chieti, ancora a mezzo servizio per mancanza di mezzi sufficienti a coprire tutti gli orari (e come non dimenticare i soldi spesi per il collegamento con il nuovo deposito, poi abbandonato?)  Al di là dei danni per gli utenti del trasporto pubblico, bloccare la filovia pescarese comporterebbe buttare alle ortiche un’opera pagata dai contribuenti. Ed uscire dal virtuoso circolo delle città ecologiche.
Nel resto d’Italia , nonostante il periodo di crisi, si sta investendo su sistemi di trasporto pubblico ecologici, basti pensare alla nuova filovia leccese (che dopo un periodo di “critiche” , le stesse mosse all’opera pescarese, è entrata nel cuore dell’utenza che ne apprezzano la comodità), oppure a Firenze, dove da poco son ripresi i lavori di espansione della rete tramviaria, oppure Palermo, che si appresta a vedere il ritorno del tram, senza dimenticare città come Milano dove sia la rete di tram che la rete di metropolitana sono in espansione, o ancora Parma, che ha recentemente introdotto nuovi mezzi sulla sua rete filoviaria
Gentile Sindaco,
non faccia l’errore fatto in passato, quando si gettò alle ortiche il collegamento ferroviario tra Pescara e Penne in nome dei “moderni” autobus,
non faccia l’errore fatto in molte città italiane, che nell’impeto modernista degli anni ’60 decisero di rinunciare ai loro tram e filobus e che ora soffocano di traffico,
non dia retta a certi “ecologisti della domenica” che , affetti dalla sindrome nimby vaneggiano sull’estetica dei pali
Meglio qualche palo in più ma una città ecologica e con meno inquinamento, oppure meglio preservare “la vista del cielo” dando retta a questa gente e morire di traffico ed inquinamento?

In attesa di una cortese e gradita risposta Le porgo

Cordiali Saluti
Omar Cugini
presidente CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti – Roma

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LETTERA APERTA AL FUTURO SINDACO

Caro futuro Sindaco,

amiamo come te la nostra città e vorremmo vederla sempre più bella,pulita e libera dal traffico. Lo sappiamo che non hai la bacchetta magica, ma ti chiediamo un impegno maggiore per restituire la Capitale a noi romani e ai turisti che la vengono ad ammirare.
Viviamo la città quotidianamente, spostandoci per lavoro, per studio e per goderla nel tempo libero. Però a Roma non è facile muoversi per tanti motivi che ben sai. Soltanto tu puoi aiutarci, realizzando tante piccole e grandi cose che ci possono agevolare e farci vivere con meno stress e meno smog.
Ti chiediamo a gran voce di salvarci dalla via Togliatti. E’ vero, il “corridoio della mobilità” ha fatto tanto, agevolando il mezzo pubblico e migliorando il collegamento tra diversi settori popolosi della città. Ma ogni giorno è il caos, perché quella corsia laterale non la spostiamo definitivamente al centro della strada, insieme ai parcheggi e alla pista ciclabile, trasformandola in una pratica ed ecologica tramvia. Renderesti la via un potentissimo asse viario integrato, più scorrevole per il traffico privato, e ancora più veloce per il trasporto pubblico. Se non ci credi, controlla il tratto di corridoio realizzato in X municipio, dove anche se in ritardo, ci si è accorti che il corridoio inserito nello spartitraffico rappresentava una soluzione che aiutava mobilità pubblica e privata. Rivediamolo insieme questo progetto e trasformiamo tutto il corridoio in una tramvia veloce che cammina lontano dal traffico.
E visto che parliamo di tram, riprendi in considerazione i progetti per valorizzare questo importante mezzo di trasporto ecologico. Perché non rivalutare il progetto della Termini-Vaticano-Aurelio? Così l’8 potrà arrivare al suo capolinea naturale dei Termini, e allo stesso tempo creare una dorsale di trasporto fondamentale per il centro storico, che si integra a rete con le future linee C e D. Si alleggerirebbe una parte importante della città dallo smog e dal traffico, ridonandogli splendore e dignità.
E se la linea C arriverà a Grottarossa, perché non collegare alla metropolitana anche la Balduina realizzando una funicolare sotterranea da piazzale Clodio a Monte Mario. Un ulteriore collegamento a rete, che migliorerebbe la mobilità nel municipio e non intaccherebbe il patrimonio ambientale della riserva naturale, permettendone anzi, una sua maggiore valorizzazione. E dall’altro estremo della linea, un collegamento automatizzato tra la stazione di Torre Angela e il Policlinico e il campus universitario di Tor Vergata.
Potenziamo il Filobus. Il primo passo è stato fatto 3 anni fa riportandolo lungo la Nomentana, ma continuiamo a camminare lungo questa strada per un trasporto pubblico ecologico, trasformando tutte le linee express in percorsi filoviari.
Infine, caro futuro sindaco, se vuoi che lasciamo la macchina e prendiamo i mezzi pubblici, aiutaci soprattutto a trovare un posto dove lasciarla. Fai di tutto per incentivare l’uso dei parcheggi di scambio realizzandone sempre di nuovi e riaprendo quelli che per svariati motivi, sono chiusi o non riescono ad entrare in funzione.
Solo così sarà possibile evitare strade intasate, ingorghi, traffico e smog.

Concludendo, lavoriamo insieme per vivere meglio la nostra Roma e per dargli quella dignità di grande capitale Europea qual’è.

I tuoi amici utenti del trasporto pubblico.

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