Comunicato stampa, CeSMoT: intollerabile chiusura odierna ferrovia Roma Giardinetti

Nella giornata che vede la riapertura beffa della stazione metro Barberini,i romani devono fare i conti con l’ennesimo disservizio sulla ferrovie ex concesse. Come se non bastassero la quotidiane rimodulazioni sulla Lido e le altrettanto quotidiane soppressioni di treni sulla RomaNord,da questa mattina la ferrovia Termini Giardinetti è chiusa per mancanza di personale. Stando a quanto comunicato da Atac, sembrerebbe che su 43 macchinisti in turno,solo in sei si siano presentati al lavoro. Non entriamo nel merito della questione perché non spetta a noi valutare la veridicità della documentazione fornita dal personale assente,ma,quanto avvenuto, qualora fosse un segnale di disagio da parte del personale,ci preoccupa moltissimo,in quanto finora né la politica né i sindacati sembrano aver mai sollevato alcun problema. Al di là delle considerazioni sulla scarsità di personale (43 macchinisti in turno,48 totali per 18 mezzi attualmente atti servizio sono pochini),non vorremmo che quanto avvenuto oggi sia solo una “prova tecnica di chiusura”,ovvero un modo “elegante” per convincere utenza a migrare verso altri vettori e fare definitivamente fuori una linea che da anni è vittima del disinteresse della politica e delle attuali e ben note inefficienze gestionali di Atac. Oltretutto, anche l’annunciato potenziamento del 105 è rimasto sulla carta: solo quattro vetture in circolazione, per sostituire treni da 280 posti, sono indubbiamente una presa in giro verso utenza. Ci aspettiamo qualcosa di più di uno sterile comunicato stampa ,avremmo molto piacere se fossero il presidente Simioni ed il direttore di esercizio Nicastro a metterci la faccia, scusandosi con utenza e magari convocando una riunione insieme agli organi politici / sindacali competenti per chiarire problemi attuali e prospettive future di una linea che,a nostro giudizio, continua ad essere strategica per la mobilità della Casilina.

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Comunicato Stampa -CeSMoT: commissione mobilità e MIT decretano morte ferrovia Roma Giardinetti

Nella Commissione Mobilità di ieri è andata in scena la condanna a morte della Ferrovia Roma Giardinetti. Dietro la scusa di accettare le assurde imposizioni del MIT,ovvero il cambio di scartamento per “integrare la linea nel resto della rete romana” ,si nasconde nei fatti la volontà di smantellare definitivamente l’infrastruttura. Oltre a cambiare totalmente armamento, dovendo installare le classiche rotaie tipo Phoenix tramviarie, occorreranno nuove sse,in quanto si riduce la tensione del 60%. Il serio rischio è che avvenga come è accaduto sulla tramvia Milano – Desio di ATM,ovvero una chiusura a tempo indeterminato in attesa di lavori che chissà se mai partiranno o,ancora peggio, che chiudano tutto,asfaltino la sede a al posto del treno faranno un corridoio della mobilità per “ecologici” autobus,stile Togliatti. Come CeSMoT riteniamo che la cosa più saggia da attuare per garantire la mobilità dei cittadini della Casilina sia quella di riclassificare la Termini Giardinetti in tramvia,mantenendo lo scartamento ridotto. Si tratterebbe semplicemente,invece di impelagarsi in costosi lavori Dalla dubbia durata,di limitarsi ad acquistare nuovi mezzi di tipo tramviario a scartamento ridotto,salvando contestualmente infrastruttura e deposito. Gli esempi di Cagliari e Sassari ,per restare in Italia, dimostrano che è tranquillamente possibile avere una infrastruttura tramviaria a scartamento ridotto. Facciamo presente a Comune e Ministero che già attualmente la linea garantisce interscambio con le altre linee tramviarie romane è che non sussiste alcuna necessità di attuare pesanti lavori di riconversione. Piuttosto torniamo a chiedere con massima urgenza la riapertura della tratta Centocelle Giardinetti,chiusa da troppi anni con pretestuose scuse da parte di  atac.

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Comunicato Stampa: CeSMoT -Roma,blocco traffico misura inutile senza politiche di potenziamento TPL

Anche nella giornata odierna assistiamo alla consueta farsa del blocco delle macchine diesel per tentare di diminuire inquinamento atmosferico. Al di là della beffa per chi è possessore di una nuova automobile Euro6 diesel, è dimostrato che simili misure emergenziali hanno effetti molto limitati,un poco come se in una stanza chiusa piena di fumatori ne smettono di fumare una decina: sicuramente il fumo diminuisce ma fino a quando non si apre finestra aria non si purifica. Riteniamo che ciò che da sempre manchi a Roma è una politica orientata allo sviluppo di un TPL efficace, efficiente ed ecosostenibile. Oltre ad essere terribilmente indietro con il rinnovo del parco mezzi (Atac fa girare ancora vetture Euro3 con quasi 20 anni di servizio)a Roma manca un potenziamento di tram, metropolitane e filobus,unici mezzi veramente a zero emissioni.Anzi,nella giornata odierna ,per motivi non chiariti,assistiamo al paradosso di vedere la linea 90 esercitata solamente con inquinanti autobus,mentre i filobus sono fermi in deposito. Un vero paradosso, così come è un paradosso che si blocchi il traffico privato e non si attui nessun piano per potenziare o favorire uso del trasporto pubblico. Perché il “bravo e competente” assessore non ha pensato a chiedere ad Atac di mettere in strada più vetture? perché,come in alcune città,non si è pensato ad estendere ad esempio validità oraria dei biglietti? I provvedimenti emergenziali sono solo un palliativo: la vera lotta all’inquinamento si fa con una inversione di tendenza ed incentivando uso del tpl. A Roma non ci sembra che questo stia accadendo.

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Comunicato Stampa – Roma – Giardinetti, CeSMoT: intollerabile l’ assordante silenzio delle istituzioni su futuro ferrovia

Mentre il MIT accantona il progetto di riqualificazione della Roma-Giardinetti, inserito nel PUMS, la Regione Lazio continua a glissare e Roma Capitale tarda ad acquisire l’infrastruttura, la linea affonda giorno dopo giorno.  Come se non bastassero i disservizi quotidiani, complice un materiale ormai vetusto, uno svio, fortunatamente senza conseguenze,  è avvenuto questa mattina presso il deposito di Centocelle, durante le consuete operazioni di manovra. Il tempo delle chiacchiere è ormai terminato e questa linea, che gioca un ruolo fondamentale nella mobilità della Casilina, deve uscire dal limbo nel quale è caduta a causa dell’intollerabile menefreghismo istituzionale. Come CeSMoT ci uniamo alle richieste delle altre associazioni del settore, tra cui TrasportiAmo, e riteniamo sia urgente ed indifferibile che Regione e Comune si affrettino a spiegare ai cittadini cosa intendono fare della linea e se nel 2020 dovranno continuare a fare i conti con l’inefficiente gestione ATAC, colpevole anche dell’assurda limitazione della linea a Centocelle. Il tempo delle chiacchiere è terminato, ora è tempo di rilanciare un’infrastruttura strategica per la mobilità della Casilina

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Comunicato Stampa – CeSMoT,contrariati da chiusura stazione metro Cornelia

La prossima chiusura della stazione metro di Cornelia ci lascia fortemente perplessi è contrariati. Appare a ns giudizio inspiegabile la mancanza di programmazione da parte di atac nella revisione ventennale degli impianti. Si poteva e si doveva fare diversamente, tenuto conto che si sa da vent’anni, in quanto così impone normativa, che nel 2019 andava fatta la revisione ventennale obbligatoria.Sarebbe bastata un minimo di programmazione per anticipare i tempi ,iniziando magari da quelle scale mobili già ferme da mesi. Ancora una volta invece,gli apprendisti stregoni di ATAC,totalmente disinteressati all’utenza, complice una amministrazione comunale di inetti, chiude l’ennesima stazione della metropolitana,per di più in pieno periodo di festività natalizie. Davvero pensano che basterà una navetta autobus per limitare i disagi? Forse qualcuno ha dimenticato che Cornelia è un importante nodo di scambio che vede oltre ai capolinea ATAC anche il capolinea delle linee CoTraL provenienti dalla.direttrice Aurelia. Cosa ha da dire all’utenza l’assessore facente funzioni Calabrese o l’esimio presidente della commissione mobilità Stéfano?Tra un selfie e l’altro avranno il coraggio di scusarsi con l’utenza? Abbiamo 3 stazioni chiuse ,senza contare tutte quelle con scale mobili guaste. A poco più di un anno dalle elezioni non regge più la scusa che è colpa di chi c’era prima. Ora la colpa è solamente di chi amministra comune ed Atac.

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Comunicato Stampa – CeSMoT: Legambiente certifica disastrosa gestione ATAC delle ferrovie regionali

Il consueto dossier annuale di Legambiente, Pendolaria, sullo stato di salute delle ferrovie in Italia, conferma, puntuale e implacabile, il disastro delle linee Roma-Viterbo e Roma-Lido gestite da ATAC.  I circa 75000 passeggeri che ogni utilizzano la linea si ritrovano con treni sovraffollati e vecchi, che viaggiano in media a 39 km/h, e che di conseguenza necessitano di una manutenzione sempre maggiore e non garantiscono la puntualità delle corse. Basta scorrere ogni giorno i social per leggere come i pendolari testimoniano il declino della linea e del servizio. La crisi della linea non è un evento recente, ma coincide con l’assunzione, nel 2010 del servizio da parte di ATAC, capace di dissipare in breve tutto il Know-how ereditato da Met.Ro. SpA, a sua volta erede della tradizione ferroviaria di  STEFER.  Complice i tagli al settore ed un totale disinteresse da parte della Regione Lazio, proprietaria dell’infrastruttura, i problemi si sono gradualmente amplificati fino ad arrivare al disastro attuale, accentuato dalla disposizioni di ANSF alle quali ATAC ha colpevolmente e tardivamente adempiuto (oltretutto nella maniera più restrittiva possibile, il tutto a scapito della regolarità del servizio). Così utenti e pendolari si trovano quotidianamente a fare i conti con treni soppressi e disservizi, senza dimenticare le corse sostituite da autobus e la mancata accessibilità di stazioni e mezzi per i disabili.  Non meglio vanno le cose sulla Ferrovia Roma – Lido che resta ancora tra le peggiori d’Italia perché nessun cambiamento è avvenuto e nessun cambiamento è alle porte, con ancora gli stessi problemi vissuti dai pendolari ed una situazione del servizio davvero vergognosa per i ritardi e per il degrado in cui versano le stazioni. Anche qui troviamo un drastico calo del servizio, complice la diminuzione dei convogli disponibili, ritardi e soppressione di corse. Non inclusa nel rapporto, ma non per questo esente da disservizi è la ferrovia Roma – Giardinetti, da alcuni anni ormai vergognosamente e pretestuosamente limitata alla stazione di Centocelle per le ben note follie trasportistiche di ATAC, secondo la quale tra Centocelle e Giardinetti la linea sarebbe un doppione della Metro C. Anche su questa linea l’utenza deve fare i conti con stazioni prive di qualsiasi servizio e mezzi obsoleti (alcuni con oltre 90 anni di servizio) e non accessibili ai disabili. Come CeSMoT riteniamo che la situazione sia inaccettabile e restiamo fortemente perplessi nella scelta della Regione Lazio, finora complice di ATAC nel disastro delle tre ferrovie, di affidare a partire dal prossimo anno la gestione dell’infrastruttura della Roma – Lido e della Roma – Nord ad ASTRAL ed il servizio, a partire dal 2021, a CoTraL. Sebbene siano entrambe realtà consolidate nei loro settori di competenza, nonchè lodevoli esempi di efficienza gestionale,mancano, allo stato attuale, di adeguato know-how nella complessa materia del trasporto ferroviario, essendosi occupati, rispettivamente, di manutenzione stradale e trasporto su gomma. Il rischio di un travaso nei nuovi gestori di parte del personale ATAC co-responsabile dell’attuale situazione,   è un’ipotesi da non sottovalutare ed accuratamente da evitare. A nostro giudizio sarebbe stato più opportuno seguire l’esempio Umbro, dove la gestione ed il rinnovo dell’infrastruttura ex FCU è stata affidata ad RFI, gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale. Ipotesi inizialmente prevista dalla regione ma poi misteriosamente scartata. Attendiamo, in ogni caso, di conoscere concretamente, da parte del Presidente Zingaretti (sperando che il suo ruolo di segretario del PD non gli sottragga troppo tempo da dedicare alla regione di cui è presidente) e dell’assessore Alessandri (finora molto poco attento alle questioni ferroviarie)  quale futuro abbia in mente la regione Lazio. per le sue tre ferrovie: finora di chiacchiere ne sono state spese tante ma di fatti se ne sono visti veramente pochi. Utenti e pendolari di queste linee non meritano e non possono più di essere considerati cittadini di serie B

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Comunicato stampa: CeSMoT,preoccupati per futuro Termini Giardinetti

Lo svio odierno di un convoglio della ferrovia Termini – Giardinetti,per fortuna senza conseguenze, ci rende  fortemente preoccupati per lo stato della linea e per il suo futuro, vista l’importanza che ha per il quadrante della Casilina. Da troppo tempo su questa linea si naviga a vista senza alcuna idea per il futuro della linea e senza alcun intervento di ammodernamento o potenziamento. Finora sono state spese tante parole,ma fatti concreti zero. Ci chiediamo cosa intendano fare le istituzioni, Regione Lazio in primis,  per il futuro di questa linea e quando intenderanno riaprire la tratta  Centocelle – Giardinetti,chiusa da anni per colpa delle folli scelte gestionali di Atac.

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Comunicato Stampa, CeSMoT: perplessi su chiusura stazione metro A Baldo degli Ubaldi

L’imminente chiusura per almeno tre mesi della stazione Baldo degli Ubaldi della linea A della metropolitana di Roma, causa revisione scale mobili, ci lascia enormemente perplessi. La Revisione Generale di ascensori e scale mobili, infatti, ha delle scadenze programmate previste per legge, ovvero,dopo dieci e dopo venti anni dall’apertura al pubblico, a fronte di una vita operativa massima di 30 anni. Come CeSMoT ci sembra assurdo che Atac sia costretta a chiudere per mesi delle stazioni come se tali interventi fossero degli imprevisti di cui l’azienda non fosse a conoscenza. Tutto questo dimostra il livello di approssimatismo che regna sovrano in un’azienda ormai allo sbando dove manca una logica aziendale e si “tira a campare” nell’ovattata soluzione del concordato. Eppure le scadenze degli impianti si conoscono da sempre. Dal primo giorno che viene aperto all’esercizio. Le stazioni della tratta Valle Aurelia – Battistini hanno aperto il 1 Gennaio del 2000, quindi, calendario alla mano, era abbastanza facile prevedere che si era prossimi alla scadenza prevista per legge: perché non si è provveduto per tempo,facendo la revisione su una scala mobile alla volta?Perchè non si è approfittato della chiusura estiva per iniziare la revisione programmata? A breve ci saranno quasi 6.000 persone al giorno private della stazione di abituale ingresso, che avranno come unica alternativa o quella di recarsi a piedi a Cornelia oppure avventurarsi a prendere il bus della linea 490 per raggiungere Valle Aurelia. Il tutto senza che ATAC ci rimetta nulla perché, secondo contratto di servizio, vengono fatturati i km percorsi dalle Metropolitane. Ci chiediamo cosa accadrà a breve quando anche sugli impianti di Cornelia andrà effettuata la revisione generale prevista per legge: avremo una nuova stazione chiusa,con servizi Valle Aurelia – Battistini senza fermate intermedie?Attendiamo,con ansia, risposte da Atac e Comune.

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Ennesimo incendio di un bus ATAC

Nella giornata odierna, proprio mentre il peggior sindaco che Roma abbia mai avuto era impegnato nell’ennesima presentazione farsa dei nuovi bus ATAC (già in servizio dal 1 agosto) , nei pressi di Acilia, un Mercedes Citaro, matricola 6165, in servizio sulla linea 04 veniva interessato da un incendio, per fortuna senza conseguenze per i viaggiatori. Viene lecito domandarsi per quale motivo si continuano a distogliere dal servizio vetture nuove per impiegarle in discutibili iniziative che non si vedevano dai tempi dei cinegiornali dell’Istituto Luce, lasciando in servizio vetture ormai giunte a termine vita operativa. Quanto accaduto oggi è l’ennesima dimostrazione del disastro ATAC (che sicuramente si affretterà a sminuire l’incendio con toni degni della Pravda ai tempi di Stalin) : dietro la propaganda  di ATAC e Comune c’è, purtroppo,  solo un servizio in caduta verticale,fatto solo di disagi e disservizi quotidiani, come ben sanno gli utenti rimasti in città in questo periodo. Desideriamo ricordare che da inizio anno sono andate già distrutte 9 vetture per incendi.

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Comunicato Stampa – CeSMoT, Roma – Civita Castellana – Viterbo : urgente trovare delle mitigazioni meno impattanti sul servizio ferroviario

La presa in carico da parte di CoTraL a partire da oggi di alcuni autobus sostitutivi delle corse ferroviarie sulla Roma – Civita Castellana – Viterbo è indubbiamente un evento positivo per i pendolari in quanto il servizio viene preso in carico da un soggetto dotato dei mezzi e del know-how necessario a gestire un servizio automobilistico extraurbano. Tuttavia, come CeSMoT, continuiamo a ritenere l’intera vicenda assolutamente paradossale. Una linea che fino a quando è stata di competenza dell’USTIF era perfettamente in regola  improvvisamente, per un cambio di soggetto preposto alle verifiche in tema di sicurezza ferroviaria, è diventata insicura e fuori norma. Ci teniamo a ricordare che all’epoca della creazione di ANSF ad RFI  vennero concessi  ben 10 anni per l’adeguamento, mentre ora si pretende che in 24 mesi si trasformino delle linee “dimenticate da Dio” in gioielli di alta tecnologia. Con quali fondi però non è dato sapere. Ovviamente tutti questo accanimento che c’è sul ferro non si vede sul concorrente gommato che può ancora fare il lavoro che faceva 50 anni fa senza spendere neanche “1cent” in sistemi di sicurezza: del resto è ben noto che fanno notizia solo gli incidenti ferroviari, non quelli provocati dai TIR. Ad aggravare la situazione della Roma – Civita Castellana – Viterbo c’è anche il totale disinteresse da parte di ATAC, i cui interventi  mitigativi sono stati solamente quelli di togliere i treni. Come se a loro nulla importasse dell’esercizio ferroviario, trattato solo come la gallina dalle uova d’oro per prendere i km del contratto di servizio. Nel chiedere con urgenza di trovare delle mitigazioni meno impattanti sul servizio ferroviario, in attesa dei necessari interventi di ammodernamento della linea, come hanno fatto le altre aziende, desideriamo anche ricordare, come CeSMoT, che il DECRETO 3/2019 che disciplina il periodo transitorio tra l’esercizio in regime USTIF (con le autorizzazioni rilasciate ai sensi del DPR 753/80) e quello nel nuovo regime ANSF, non sono impone provvedimenti urgenti di minimizzazione dei rischi da attuare obbligatoriamente a priori di alcuna analisi ma stabilisce che “spetta ai singoli esercenti svolgere un’analisi dei rischi che individui tali provvedimenti” che devono “tenere conto delle caratteristiche della tratta ferroviaria, dei veicoli e del servizio di trasporto” . Se ATAC non è interessata a gestire la linea , rinunci quanto prima all’esercizio,ma prima sarebbe opportuno forse che cambiasse il direttore d’esercizio delle ferrovie regionali: nonostante un passato nel gruppo Ferrovie dello Stato è innegabile che dal 2010, data della sua nomina, le tre ferrovie regionali abbiano imboccato una preoccupante parabola discendente, specie in termini di servizio offerto.

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