Comunicato Stampa – TRASPORTI: CESMOT, “Preoccupati per campagna anti tram di questi giorni; comune vada avanti con progetti approvati”

TRASPORTI: CESMOT, “Preoccupati per campagna anti tram di questi giorni; comune vada avanti con progetti approvati”

“Negli ultimi giorni stiamo assistendo, preoccupati, ad una massiccia campagna anti tram apparsa in particolare su un noto quotidiano romano, dove sedicenti esperti e comuni cittadini, non fanno altro che rilasciare dichiarazioni sulla presunta inutilità e pericolosità dei tram romani, suggerendone la totale sostituzione con autobus elettrici.”.

Lo dichiara il CeSMoT, Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti, analizzando le recenti dichiarazioni apparse sui quotidiani romani in merito al futuro del tram a Roma.

“Comprendiamo e condividiamo pienamente – aggiunge il CeSMoT – le preoccupazioni sulla durata dei cantieri, in una città come Roma dove ogni cantiere spesso ha durata indefinita,ma questo non può diventare una scusa per non fare. E non comprendiamo affatto le motivazioni di chi insiste nel dichiarare che il tram è un mezzo obsoleto, che mette a rischio la stabilità dei palazzi arrivando anche a millantare presunti danni alla salute provocati dal rumore delle vetture, in quanto i moderni mezzi non sono di certo paragonabili a quelli di 50 anni fa ed anche le attuali tecniche di costruzioni permettono di minimizzare rumori e vibrazioni”. “Improvvisamente – analizza il CeSMoT – sembra essere tornati indietro di quasi 60 anni, quando nelle città lo smantellamento delle reti tramviarie veniva salutato come una liberazione e persino le associazioni ambientaliste tuonavano contro la rete di alimentazione di tram e filobus rea, a loro dire, di deturpare il paesaggio impedendo la vista del cielo. “.

“Sappiamo benissimo – prosegue il CeSMoT – quanti danni abbia provocato una politica del TPL incentrata solo sul mezzo gommato, tanto che, negli ultimi anni, sono state numerose le città che, strette nella morsa dell’inquinamento, hanno deciso nuovamente di investire sul tram, come ad esempio Firenze, Palermo, Cagliari, Padova, Bergamo e Venezia, città dove oggi, grazie alla lungimiranza delle amministrazioni locali, i cittadini possono godere di un mezzo di trasporto a zero emissioni, efficace ed efficiente. Certamente Roma, rispetto ad altre città italiane ed europee, paga il gap dovuto ad una classe politica spesso distratta sulle tematiche del TPL, dove i progetti giacciono dimenticati per anni nei cassetti e dove l’esercente manda spesso in giro vetture tranviarie che, soggettivamente, danno una spiacevole impressione di precarietà. Sarebbe da domandarsi, ad esempio, come mai ATM Milano consideri le famose vetture a carrelli “ventotto” un vanto per l’azienda e la città, tanto da farne quasi un simbolo mentre le STANGA di ATAC, più giovani di una ventina d’anni rispetto alla “cugine” milanesi, girino spesso con verniciatura scrostata e chiazze di ruggine.”

“Lo sviluppo della rete tranviaria – conclude il CeSMoT – tra cui la famosa TVA , Termini – Vaticano – Aurelio, di cui si parla sin dal Giubileo del 2000, deve restare una priorità per l’amministrazione comunale, a cui chiediamo di avere il coraggio di ignorare le sparute critiche NIMBY dei classici quattro gatti, ai quali interessa solo poter parcheggiare il SUV in tripla fila per andare al bar a bere il caffè, e di andare avanti con i progetti approvati, per rendere finalmente la città eterna, al pari di altre capitali europee”.

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Le stazioni italiane come hub della mobilità condivisa Intesa Osservatorio Sharing Mobility e Rete Ferroviaria Italiana

Le stazioni ferroviarie italiane come hub della mobilità condivisa integrando il treno e i servizi di sharing mobility, migliorando così la continuità fisica di un viaggio e la mobilità delle persone. Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) e Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility, coordinato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e promosso dal Mite e dal Mims, hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa “Analisi e sviluppo della sharing mobility nelle stazioni ferroviarie” della durata di tre anni, finalizzato allo sviluppo della mobilità condivisa nelle stazioni italiane attraverso un approccio basato sulla condivisione di banche dati, analisi ed evidenze, nonché sull’utilizzo dei rispettivi sistemi informativi GIS (Geographic Information System). La cross-analysis dei dati condivisi potrà generare sinergie e fornire indicazioni utili a redigere mappe e studi che sovrappongano e integrino le stazioni ferroviarie con i servizi di sharing diffusi sul territorio, evidenziandone le possibili sinergie, rendendo così più connesso e accessibile il trasporto ferroviario e riducendo al contempo la congestione e l’inquinamento. Per analizzare lo sviluppo della sharing mobility e delle relazioni di scambio con le stazioni ferroviarie, l’intesa prevede inoltre una prima serie di approfondimenti mirati sulle città di Roma, Milano, Bologna, Palermo e Cagliari. Le stazioni diventeranno così centro attrattivo di sharing mobility in cui il treno diviene occasione di aggregazione di una famiglia più numerosa di servizi condivisi, integrati tra loro, e alternativa sostenibile all’auto privata, con benefici sull’ambiente e sull’utilizzo dello spazio urbano.

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Comunicato Stampa -CeSMoT: commissione mobilità e MIT decretano morte ferrovia Roma Giardinetti

Nella Commissione Mobilità di ieri è andata in scena la condanna a morte della Ferrovia Roma Giardinetti. Dietro la scusa di accettare le assurde imposizioni del MIT,ovvero il cambio di scartamento per “integrare la linea nel resto della rete romana” ,si nasconde nei fatti la volontà di smantellare definitivamente l’infrastruttura. Oltre a cambiare totalmente armamento, dovendo installare le classiche rotaie tipo Phoenix tramviarie, occorreranno nuove sse,in quanto si riduce la tensione del 60%. Il serio rischio è che avvenga come è accaduto sulla tramvia Milano – Desio di ATM,ovvero una chiusura a tempo indeterminato in attesa di lavori che chissà se mai partiranno o,ancora peggio, che chiudano tutto,asfaltino la sede a al posto del treno faranno un corridoio della mobilità per “ecologici” autobus,stile Togliatti. Come CeSMoT riteniamo che la cosa più saggia da attuare per garantire la mobilità dei cittadini della Casilina sia quella di riclassificare la Termini Giardinetti in tramvia,mantenendo lo scartamento ridotto. Si tratterebbe semplicemente,invece di impelagarsi in costosi lavori Dalla dubbia durata,di limitarsi ad acquistare nuovi mezzi di tipo tramviario a scartamento ridotto,salvando contestualmente infrastruttura e deposito. Gli esempi di Cagliari e Sassari ,per restare in Italia, dimostrano che è tranquillamente possibile avere una infrastruttura tramviaria a scartamento ridotto. Facciamo presente a Comune e Ministero che già attualmente la linea garantisce interscambio con le altre linee tramviarie romane è che non sussiste alcuna necessità di attuare pesanti lavori di riconversione. Piuttosto torniamo a chiedere con massima urgenza la riapertura della tratta Centocelle Giardinetti,chiusa da troppi anni con pretestuose scuse da parte di  atac.

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