Tram di Roma, CeSMoT : bene ripresa servizio su quasi tutta la rete, attendiamo urgente ritorno del 19 a Piazza Risorgimento e partenza cantieri nuove linee

Dopo mesi  in cui avvistare un tram per le strade romane è stato come trovare un’oasi nel deserto, finalmente, con il termine dei vari cantieri di rinnovo dell’infrastruttura, nella giornata odierna è ripresa la circolazione su (quasi)tutta la rete tramviaria romana. Da oggi infatti romani e turisti potranno tornare ad utilizzare un mezzo di trasporto rapido, veloce ed ecologico,dopo essere stati costretti ad utilizzare gli scomodi bus sostituitivi. Tuttavia, in questa lieta giornata, spicca il mancato ritorno del tram 19 a Piazza Risorgimento, nonostante siano da tempo terminati i lavori di rifacimento di Via Ottaviano e Piazza Risorgimento. Su questa vicenda,nelle scorse settimane, spiccavano le assurde dichiarazioni del sindaco Gualtieri che, avventatamente, affermava che il tram 19 non poteva tornare a Piazza Risorgimento a causa delle interferenze provocate dal futuro cantiere della Linea C della metropolitana. Dichiarazioni a nostro avviso sconcertanti che il sindaco, finora non nè confermato, nè smentito, lasciando cadere tutto nel vuoto. Continuiamo a ritenere, come CeSMoT, che rinunciare ad un importante e strategico collegamento solo perchè forse, tra qualche anno potrebbe esserci in zona un cantiere della metropolitana, è una scusa pietosa e ridicola, che forse nasconde ben altre verità. Non vorremmo pensare che il tram dia “fastidio” a qualche potente esercizio commerciale in zona o che “disturbi”  qualche “importante” abitante . Auspichiamo che il Sindaco Gualtieri voglia fare chiarezza spiegando ai cittadini cosa impedisce il ritorno del tram a Piazza Risorgimento, soprattutto in considerazione della potenzialità di un servizio su rotaia a pochi metri dalla cattedra di san Pietro nell’attuale contesto giubilare. Sempre il Sindaco, che abbiamo visto tempo fa impegnatissimo a pubblicizzare l’avvio dei “lavori” di realizzazione della nuova linea tramviaria Ponte Mammolo – Subaugusta, dovrebbe spiegare lo stato di avanzamento di questi ed altri promessi lavori. Per quanto riguarda la Via Togliatti, a parte la pulizia dai rovi del tratto a ridosso del ponte della A24 e del viadotto che scavalca la ferrovia FL2,  non si vede l’ombra di un operaio,così come non si vede l’inizio dei lavori per portare il tram dal Verano alla Stazione Tiburtina e per la TVA, per la quale sembra che la tratta Porta Cavalleggeri – Termini subirà ulteriori ritardi. Resta anche in sospeso l’annosa questione della conversione della Ferrovia Termini – Giardinetti: dopo l’inconcepibile diniego da parte dell’Università di Tor Vergata, sembra calato il silenzio sull’opera: forse, a questo punto, in attesa che si arrivi ad un progetto definitivo, sarebbe opportuno riaprire all’esercizio la breve tratta dalla Stazione di Centocelle a Via Togliatti, al fine di garantire interscambio con la Metro C. Si tratterebbe semplicemente di adeguare l’infrastruttura esistente, realizzando tra l’altro quanto improvvidamente promesso all’epoca della (scandalosa)chiusura della tratta Centocelle – Giardinetti da Agenzia Mobilità, ATAC e Comune di Roma.   Non  i stancheremo mai di ribadire che solo una massiccia e robusta cura del ferro potrà rendere la città di Roma alla pari delle altre capitali europee. Le premesse sono buone, i progetti ci sono e finalmente abbiamo un Assessore alla Mobilità che sembra rendersi conto dell’importanza strategica del tram. Il Giubileo non può e non deve essere una scusa per non fare, specialmente in quanto molte delle linee promesse sono  ben lontane dagli itinerari giubilari. É però necessario che vi sia una sinergia tra Comune, Regione e Ministero dei Trasporti: il benessere dei cittadini deve venire prima di tutto, indipendentemente da qualsiasi differenza di ideologia e di colore politico, e le grandi opere,tipo il Ponte sullo Stretto di Messina, non possono e non devono essere realizzate a discapito delle opere necessarie per migliorare il TPL

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Comunicato Stampa – CeSMoT: tutela di Roccaraso e delle località turistiche realizzabile solo incentivando mobilità sostenibile

Dopo l’assalto domenicale dei gitanti campani che hanno “paralizzato” la città di Roccaraso, leggiamo sui giornali del grido di allarme lanciato dal Sindaco di Roccaraso, Francesco di Donato, che,lamentando l’elevato numero di turisti “mordi e fuggi” , come gli oltre 10mila della scorsa domenica,  invoca tavoli di coordinamento con prefetture e questure arrivando a chiedere misure straordinarie come intervento di esercito e daspo. Come CeSMoT conosciamo molto bene la situazione,essendo stati assidui frequentatori delle montagne roccolane ed essendoci all’epoca battuti, quasi nell’indifferenza generale, contro la chiusura della ferrovia Carpinone – Sulmona che passa proprio per Roccaraso. Riteniamo che più che misure straordinarie o repressive serva, alla base, una politica nell’incentivare una mobilità sostenibile. Per “contrastare” l’invasione dei bus (ma anche delle autovetture) basterebbe rilanciare il turismo ferroviario. Già attualmente, dopo la chiusura al servizio ordinario, la Sulmona – Carpinone è percorsa da sempre affollati treni turistici organizzati da Tour Operator in collaborazione con Fondazione FS Italiane che mette a disposizione il materiale storico (splendidamente conservato) per un viaggio all’insegna della storia e del turismo eco-sostenibile. Basterebbe, a nostro modesto giudizio, che il Comune di Roccaraso si facesse promotore di un tavolo con enti locali (Regioni Abruzzo e Campania, Provincie e Comuni), Tour Operator e Fondazione FS al fine di valutare istituzione di treni charter ad esempio da Napoli a Roccaraso : in questo modo i turisti amanti della neve, invece di intasare le strade con autobus e macchine potrebbero raggiungere la città comodamente (ed in circa 5 ore massimo senza traffico) in treno ed una volta scesi alla stazione trovare dei bus navetta per raggiungere, ad esempio, le piste in montagna: se contiamo che mediamente una carrozza ferroviaria ha circa 70 posti a sedere (contro i 50 in media di un bus GT) ,è facile immaginare  che basterebbe un treno con 4 o 5 carrozze per togliere un gran numero di bus dalla strada. Siamo consapevoli però che , al fine di rendere appetibile il servizio, occorra un intervento degli enti locali che sovvenzionino il treno stesso. L’esempio della Sicilia è lampante:  il successo del Sicilia Express, che durante le vacanze natalizie ha trasportato un gran numero di viaggiatori da Torino a Palermo, è stato dovuto anche all’intervento della Regione Sicilia che ha scelto di finanziare il servizio permettendo la vendita di biglietti per i posti a sedere a circa 20 euro e dei posti sulle carrozze letto a circa 100 euro. Siamo convinti che la tutela di Roccaraso e di tutte le altre località turistiche debba e possa passare attraverso un incentivo della mobilità sostenibile, proponendo e rilanciando l’uso del treno con servizi mirati ad hoc, che possono essere adattati a qualsiasi target di clientela, da quella low-cost a quella alto spendente

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Comunicato Stampa – CeSMoT: grazie ad impegno di Arenaways da oggi rifiorisce in Piemonte una ferrovia ingiustamente definita “ramo secco”

Dopo il viaggio inaugurale di sabato scorso,la giornata odierna rappresenta una data storica per i pendolari Piemontesi. Grazie alla tenacia ed all’impegno di Arenways ed alla lungimiranza della Regione Piemonte, che ha deciso di tornare ad investire nel trasporto su ferro, dopo gli sconsiderati ed assurdi tagli effettuati dalla giunta Cota nel 2011,  che avevano portato alla chiusura di quasi il 24% della rete regionale, da oggi tornano i treni sulla Ferrovia  Cuneo – Saluzzo – Savigliano: un bacino d’utenza di circa 180.000 persone che avrà una valida alternativa di mobilità sostenibile, riducendo il traffico su strada e promuovendo un modello di mobilità integrata. Nel fare gli auguri ad Arenaways,che da oggi, con il suo personale, sarà impegnata sulla “rifiorita” linea,come CeSMoT auspichiamo che  la nuove e rivoluzionaria esperienza che inizia oggi,possa fare da apripista per la rinascita di altre linee ferroviarie italiane che oggi o non vedono traffico o vedono una offerta ridotta al minimo (pensiamo, guardando al Piemonte, alla Pinerolo – Torre Pellice, alla Cuneo – Mondovì o alla Vercelli – Casale Monferrato oppure, nel Lazio a linee come Roccasecca – Avezzano o Fossanova – Terracina).  Chiaramente in Piemonte si sono realizzate una serie di circostanze favorevoli; da un lato una regione che già aveva contributo alla riapertura delle linee Asti – Alba e Casale Monferrato – Mortara, oltre ad aver garantito la sopravvivenza delle linee ex concesse Torino – Ceres e Torino – Pont Canavese con il passaggio sotto la gestione RFI / Trenitalia,dall’altro la tenacia,la passione  e la lungimiranza di Giuseppe Arena che, dopo il fallimento del servizio ad anello Torino – Milano, anche a causa di ostracismi esterni, per nulla scoraggiato ha continuato indomito a perseguire la sua idea di trasporto ferroviario, e con la nuova società Longitude Holding, ha deciso di investire nel trasporto locale con il marchio Arenaways. Un binomio perfetto tutto a favore di una mobilità ecologica e sostenibile,con, inoltre, positive ricadute occupazionali grazie alle nuove assunzioni effettuate per gestire i nuovi servizi.  E che vedrà nel prossimo futuro il ritorno dei treni ordinari anche sulla Ceva – Ormea, altra linea vittima dei tagli del 2011.  Riteniamo che spetti alla Regioni, sempre gelose della loro autonomia decisionale in tema di TPL, dettare delle linee guide effettuando seri studi sulla mobilità e siamo ben consapevoli che per alcune linee sarà impossibile una riapertura al servizio ordinario, a causa del ridotto bacino di utenza, ma che la loro sopravvivenza sarà garantita da servizi turistici ad hoc (grazie all’encomiabile impegno di Fondazione FS),per le altre auspichiamo e speriamo che l’esperienza della Cuneo – Saluzzo – Savigliano e di Arenways sia un faro guida, un esempio virtuoso da studiare e replicare. Con l’augurio di vedere presto i nuovi treni Arenaways su tanti altri binari italiani. Dalle Alpi alla Sicilia

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Comunicato Stampa – Roma, Tram 19: CeSMoT, preoccupati su voci mancato ritorno a Piazza Risorgimento. Sindaco ed Assessore facciano urgente chiarezza

Da diversi giorni si susseguono, specialmente online,diverse  voci secondo le quali, nonostante la conclusione dei lavori di restyling di Piazza Risorgimento, il tram 19 non tornerà più nello storico capolinea. Il tutto nasce da alcune (improvvide) dichiarazioni rilasciate dal sindaco Gualtieri durante l’inaugurazione della rinnovata Stazione Metro di Ottaviano nelle quali la causa del mancato ritorno è stata addebitata a futuribili lavori per la linea C della Metropolitana che interferirebbero sul percorso tramviario. Come CeSMoT siamo fortemente preoccupati per queste notizie che, se confermate, priverebbero la città,specie durante il Giubileo, di un importante collegamento ecologico e sostenibile. Oltretutto,rinunciare al capolinea di Piazza Risorgimento,dopo che la zona è stata sottoposta a restyling e liberata in parte dal traffico privato,  comporterebbe anche abbandonare il futuro sfioccamento della TVA che prevede un collegamento proprio con Piazza Risorgimento. Rinunciare ad un tram oggi per una futura metropolitana domani ci sembra una mossa poco saggia,specialmente in quanto da un lato abbiamo una infrastruttura già esistente, dall’altra un progetto ancora tutto sulla carta, mentre siamo in attesa del prolungamento della metropolitana fino a Piazza Venezia. In tutto questo “pasticcio” ci preoccupa l’opacità di Sindaco ed Assessore che nè confermano nè smentiscono queste voci. Troppo facile gettare il sasso (anzi, il ballast per restare in tema ferrotranviario) e “nascondere la mano”. Se veramente c’è l’intenzione di rinunciare al tram 19, il Sindaco Gualtieri e l’Assessore Patanè devono assumersene la responsabilità davanti ai cittadini,anche perchè tutto ciò cozzerebbe con la volontà di questa amministrazione nell’investire nel TPL.  Ci auguriamo che l’uscita del Sindaco Gualtieri sia stata dettata solo da superficialità e disattenzione, specialmente in quanto,dopo anni di giunte totalmente avulse al TPL, finalmente si è vista una amministrazione determinata a mettere in atto quella famosa cura del ferro iniziata, e non completata dall’allora sindaco Rutelli 25 anni fa. Abbiamo già assistito alla vergognosa campagna stampa orchestrata contro il tram in Via Nazionale ed alla altrettanta pretestuosa opposizione dell’Università di Tor Vergata verso il progettato prolungamento e trasformazione della ex ferrovia Centocelle – Giardinetti, opere a nostro giudizio che andrebbero cantierizzate nel più breve tempo possibile come la tranvia Ponte Mammolo – Subaugusta,chiediamo,per tanto, a Sindaco ed Assessore di fare immediata chiarezza sul futuro della Linea 19 e pretendiamo un impegno ad una rapida riapertura della linea. Roma ha urgente necessità di una robusta cura del ferro, occorre seguire e proseguire sulla scia di quanto già previsto nel Rapporto Ferrotranviario 1.0 redatto ed elaborato dall’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità e dal PUMS:auspichiamo che tali documenti continuino ad essere il faro guida per dotare finalmente la città di Roma di una rete di trasporto su ferro efficiente,ecologica,efficace e sostenibile

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Comunicato Stampa – Ferrovie, CeSMoT: preoccupati e sconcertati per ripetuti guasti e disagi

L’ennesima giornata di passione sulle ferrovie italiane  , con ritardi e soppressioni di treni causati dal “guasto quotidiano” , ci lascia fortemente sconcertati e preoccupati. Al di là delle cause endogene ed esogene e delle eventuali responsabilità oggettivi interne e/o esterne alle aziende,sulle quali spetterà indagare alle competenti autorità, è innegabile che la rete non riesce più a gestire le criticità.  Lo dichiara il CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti commentando i disservizi avvenuti nella giornata di ieri lungo i binari italiani.  É innegabile che negli ultimi 30 anni a fronte di un incremento del numero di treni in circolazione siano diminuite le stazioni, i binari per incroci e precedenza, gli scali merci e persino molte linee secondarie che rappresentavano itinerari trasversali alternativi.  La rete snella, se da un lato ha diminuito i costi per il gestore dell’Infrastruttura, ha ingessato la circolazione. Se a questo si aggiunge un quadro normativo fin troppo rigido che spesso, in nome di una presunta ideologia del “safety first” costringe per ogni minima anomalia ad adottare procedure lente e macchinose, è fin troppo evidente che al minimo inconveniente si paralizza la circolazione. Non è possibile, ci permettiamo di utilizzare una iperbole, che se c’è un guasto a Reggio Calabria si fermino i treni a Bologna perchè o non hanno spazio o non hanno procedure operative. A nostro giudizio manca un piano di  rimodulazione del servizio in caso di guasti importanti: non ha senso, ad esempio, mantenere in circolazione treni con 200 o 300 minuti di ritardo, in questi casi basterebbe fonderli in doppia trazione con quelli successivi e si eviterebbe di intasare le stazioni. Spesso neanche vengono prese in considerazioni deviazioni di itinerario o soluzioni di viaggio alternativo ma si “abbandonano” i viaggiatori al loro destino. Probabilmente al ricambio generazionale  non è coinciso un travaso di competenze verso le nuove generazioni di ferrovieri,che magari, complice la remotizzazione degli apparati, mancano di “esperienza sul campo” . Senza dimenticare che, in assenza di una rapida capacità reattiva nel superare le anomalie d’esercizio, da parte del gestore dell’infrastruttura, stante la presenza di più imprese ferroviarie sugli stessi binari, si creano situazioni di “caos” in cui semplicemente si assiste ad un rimpallo sul chi spetti intervenire,perdendo tempo prezioso.   Siamo di fronte ad un bivio: o si riduce il numero dei treni in circolazione, danneggiando così l’utenza ed aumentando l’inquinamento in quanto è palese che l’utenza andrà ad utilizzare il vettore su gomma (o per alcune tratte l’aereo) oppure si investe per far “ingrassare” l’attuale rete snella, ripristinando stazioni e binari. Spetta alla politica dettare le linee guida,spetta ai tecnici metterle in pratica. Al di là del giusto dibattito politico,dove, come in ogni paese democratico c’è una maggioranza di governo che difende il suo operato ed una opposizione che lo mette in discussione,gli utenti attendono risposte. E rimane poco tempo per definire quale debba essere il futuro delle ferrovie italiane.

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Comunicato Stampa – CeSMoT , perplessi su nuova piazza dei cinquecento :pochi alberi e troppo cemento

Comunicato Stampa – CeSMoT , perplessi su nuova piazza dei cinquecento :pochi alberi e troppo cemento

L’inaugurazione odierna della riqualificata Piazza dei Cinquecento, che ha restituito a romani e turisti un’area finalmente rinnovata non ci convince in pieno. Come CeSMoT, sebbene plaudiamo alla riqualificazione necessaria di un’area abbandonata per troppo tempo al degrado, ed alle positive sinergie avvenute tra ANAS,Comune di Roma, Gruppo FS e Governo che hanno contribuito ad una, tutto sommato, rapida conclusione dei lavori, riscontriamo alcune “criticità” in alcune opere che, a nostro giudizio, potrebbero rendere poco fruibile la piazza. La prima cosa che salta all’occhio è la riduzione degli stalli destinati ai capolinea atac rispetto al passato. Per poter dare un giudizio definitivo attendiamo però che vengano avviati e terminati i lavori di riqualificazione sulla parte di piazza attualmente utilizzata dai bus ATAC. Ulteriore note dolente è il verde pubblico: sebbene non sia stato ancora realizzato l’annunciato arboreto,i cui lavori hanno subito un ritardo causa ritrovamento archeologici,è innegabile la sensibile riduzione del verde rispetto al passato che rende la nuova piazza una “triste distesa di cemento” . Non neghiamo che la riduzione delle alberature potrebbe ridurre l’annoso problema causato in passato dalle deiezioni aviarie che rendevano impossibile il transito in certi orari ma, a nostro giudizio, si potevano sostituire le alberature con siepi od aiuole per rendere più gradevole l’area. La maggiore criticità resta però, a nostro giudizio,la scarsa quantità di ripari e pensiline, dove utenza in attesa del bus possa in inverno riparasi dalla pioggia e dalle intemperie ed in estate dal caldo. Prendiamo atto dell’impegno di ANAS e Comune nel trovare soluzioni condivise, che auspichiamo rapide,così come auspichiamo che, tramite ACEA ATo2, possano essere installate fontanelle o case dell’acqua, indubbiamente utili e necessarie per combattere l’afa estiva. Ora che si è concluso questo importante e strategico cantiere, auspichiamo che possano essere completati i lavori sulla rete tram,con il ritorno del 19 a Piazza Risorgimento, ed essere cantierizzate alcune opere in aree non interessate dagli eventi giubilari, come ad esempio la tramvia Ponte Mammolo – Subaugusta

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Comunicato Stampa , Tramvia Termini – Tor Vergata, CeSMoT: apprezziamo volontà di realizzazione da parte del Sindaco Gualtieri, urgente ora un tavolo di confronto con Università

“Apprendiamo con estremo piacere, da una intervista rilasciata dal Sindaco Gualtieri al Corriere della Sera (https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/24_dicembre_11/giubileo-il-sindaco-roberto-gualtieri-a-tutto-campo-cosi-rilancio-roma-8a7fdb07-6a5c-4e5a-b172-031bcdb15xlk.shtml) della volontà sua e dell’amministrazione comunale nel portare avanti la realizzazione della Tramvia Termini – Tor Vergata, ovvero la tanto attesa riqualificazione della ferrovia Termini – Giardinetti, che recentemente ha registrato l’opposizione da parte dell’Università di Tor Vergata che, tramite il loro Magnifico Rettore, ha posto alcune obiezioni a nostro giudizio non completamente fondate e superabili,stante anche i pregressi pareri positivi emersi in sede di Conferenza dei Servizi. Riteniamo però che un eventuale muro contro muro non faccia altro che rallentare l’opera danneggiando i cittadini e riteniamo,per tanto, estremamente urgente la convocazione di un tavolo di confronto tra Comune ed Università, presenti anche Associazioni e gli altri attori interessati alla realizzazione dell’opera, al fine di poter rapidamente superare attraverso un dialogo costruttivo,le eventuali criticità e perplessità sull’opera e poter dare il via, nel più breve tempo possibile, ai lavori di realizzazione. Come CeSMoT non ci stancheremo mai di ripetere che Roma ha urgentemente bisogno di una “cura del ferro” e questa linea, insieme al tram fino alla Stazione Tiburtina (di cui auspichiamo un prolungamento fino Ponte Mammolo),alla TVA, alla linea Ponte Mammolo – Subaugusta ed al prolungamento delle metropolitane, rappresenta una dei tasselli per elevare la città al livello delle altre metropoli europee, fornendo a cittadini e turisti una rete di TPL efficace, efficiente ed ecologica”.

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Appello per la realizzazione della Tramvia Termini-Tor Vergata

Aderiamo all’appello,sottoscritto da un totale di 23 associazioni cittadine, per la realizzazione della Tramvia Termini – Tor Vergata (trasformazione e prolungamento della attuale ferrovia Termini – Giardinetti)insieme alle altre associazioni. Come noto, l’Università si è recentemente opposta all’opera con motivazioni abbastanza pretestuose. Auspichiamo, da parte dell’Università,la consapevolezza dell’utilità dell’opera e la volontà il tenere aperto un dialogo costruttivo volto a superare le criticità al fine di arrivare alla realizzazione della linea,opera strategica per la mobilità cittadina, nel più breve tempo possibile

Clicca qui per scaricare la lettera inviata al Rettore dell’Università di Tor Vergata

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Richiesta chiarimenti ad ATM su fermo tram a due assi

In relazione alle recenti notizie apparse su vari siti del settore e sui social relative alle presunta revoca della circolabilità di tutti i mezzi storici a due assi tramviari di Milano, ivi compresi i mezzi di servizi (sabbiere) e la motrice storica numero 609, a seguito (sembra) di una richiesta da parte di ANSFISA delle relative certificazioni sui mezzi, abbiamo provveduto ad inviare una PEC ufficiale di richiesta informazioni e chiarimenti ad ATM. Non appena avremo una risposta la pubblicheremo qui nel nostro sito. Questo il testo della lettera:

La scrivente associazione è venuta a conoscenza attraverso una pagina internet (www.photorail.com) ed attraverso i social della presunta revoca della circolabilità di tutti i mezzi storici a due assi, ivi compresi i mezzi di servizi (sabbiere) e la motrice storica numero 609 a seguito di richiesta ANSFISA delle relative certificazioni. Stante il valore storico dei mezzi siamo a chiedervi maggiori chiarimenti in merito
In attesa di cortese risposta si porgono
Cortesi Saluti

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Comunicato Stampa – CeSMoT : ancora non risolto problema della scarsità di pensiline alle fermate ATAC, sollecitiamo Comune a velocizzare installazione

Le roventi temperature di questi giorni (ed i prossimi saranno ancora peggio con picchi di 38/39 gradi)  riportano alla luce, specie nelle periferie romane, l’annoso problema dell’assenza delle pensiline che costringono l’utenza ad attendere il passaggio dei mezzi pubblici sotto il sole rovente. Con conseguenti disagi,specie nelle ore più calde della giornata,aggravati,sulle linee periferiche, dallo stato di fatiscenza delle vetture del gestore Roma TPL dove trovare aria condizionata funzionante è come trovare un’oasi nel deserto. Anche laddove,come in Via Tiburtina ad esempio,dove si è provveduto ad allargare la strada realizzando nuovi marciapiedi e spazi di fermata,anche in comune con CoTraL,riscontriamo la totale assenza di pensiline. Su questa strada la beffa è ancora maggiore se pensiamo ad esempio che prima dei lavori di allargamento in molti punti le pensiline stesse erano presenti (laddove sono rimaste è perché di competenza di altre amministrazioni comunali) Auspichiamo,come CeSMoT, che il problema sia già a conoscenza dei competenti enti comunali e che si possa trovare una rapida soluzione: per quanto attiene le vetture di Roma TPL,sollecitiamo maggiori e serrati controlli sulle vetture in circolazione,per le pensiline siamo speranzosi e fiduciosi che venga indetta al più presto una gara per la loro realizzazione e che, al netto delle tempistiche burocratiche,entro la prossima estate utenza possa finalmente aspettare il bus al riapro dal sole o dalla pioggia. Nel frattempo, per questa calda estate,  sarebbe auspicabile,  che Comune concordasse, in sinergia con le associazioni di protezione civile e volontariato, un piano per la distribuzione,laddove possibile, di acqua ,individuando anche nelle periferie quelle fermate particolarmente frequentate dall’utenza, al fine di alleviare i disagi dell’attesa.

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