L’ennesima giornata di passione sulle ferrovie italiane , con ritardi e soppressioni di treni causati dal “guasto quotidiano” , ci lascia fortemente sconcertati e preoccupati. Al di là delle cause endogene ed esogene e delle eventuali responsabilità oggettivi interne e/o esterne alle aziende,sulle quali spetterà indagare alle competenti autorità, è innegabile che la rete non riesce più a gestire le criticità. Lo dichiara il CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti commentando i disservizi avvenuti nella giornata di ieri lungo i binari italiani. É innegabile che negli ultimi 30 anni a fronte di un incremento del numero di treni in circolazione siano diminuite le stazioni, i binari per incroci e precedenza, gli scali merci e persino molte linee secondarie che rappresentavano itinerari trasversali alternativi. La rete snella, se da un lato ha diminuito i costi per il gestore dell’Infrastruttura, ha ingessato la circolazione. Se a questo si aggiunge un quadro normativo fin troppo rigido che spesso, in nome di una presunta ideologia del “safety first” costringe per ogni minima anomalia ad adottare procedure lente e macchinose, è fin troppo evidente che al minimo inconveniente si paralizza la circolazione. Non è possibile, ci permettiamo di utilizzare una iperbole, che se c’è un guasto a Reggio Calabria si fermino i treni a Bologna perchè o non hanno spazio o non hanno procedure operative. A nostro giudizio manca un piano di rimodulazione del servizio in caso di guasti importanti: non ha senso, ad esempio, mantenere in circolazione treni con 200 o 300 minuti di ritardo, in questi casi basterebbe fonderli in doppia trazione con quelli successivi e si eviterebbe di intasare le stazioni. Spesso neanche vengono prese in considerazioni deviazioni di itinerario o soluzioni di viaggio alternativo ma si “abbandonano” i viaggiatori al loro destino. Probabilmente al ricambio generazionale non è coinciso un travaso di competenze verso le nuove generazioni di ferrovieri,che magari, complice la remotizzazione degli apparati, mancano di “esperienza sul campo” . Senza dimenticare che, in assenza di una rapida capacità reattiva nel superare le anomalie d’esercizio, da parte del gestore dell’infrastruttura, stante la presenza di più imprese ferroviarie sugli stessi binari, si creano situazioni di “caos” in cui semplicemente si assiste ad un rimpallo sul chi spetti intervenire,perdendo tempo prezioso. Siamo di fronte ad un bivio: o si riduce il numero dei treni in circolazione, danneggiando così l’utenza ed aumentando l’inquinamento in quanto è palese che l’utenza andrà ad utilizzare il vettore su gomma (o per alcune tratte l’aereo) oppure si investe per far “ingrassare” l’attuale rete snella, ripristinando stazioni e binari. Spetta alla politica dettare le linee guida,spetta ai tecnici metterle in pratica. Al di là del giusto dibattito politico,dove, come in ogni paese democratico c’è una maggioranza di governo che difende il suo operato ed una opposizione che lo mette in discussione,gli utenti attendono risposte. E rimane poco tempo per definire quale debba essere il futuro delle ferrovie italiane.
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Attivazione nuova fermata di Venezia Mestre Gazzera
A partire dal giorno 15/12/2024, Alla progressiva chilometrica 1,292 della linea (Udine) Sacile – Ve. Mestre, tra le località di Bivio Marocco e Venezia Mestre, viene attivata la nuova fermata di Venezia Mestre Gazzera atta al servizio pubblico e, quindi, dotata di sistemi per la diffusione delle informazioni al pubblico. Tale fermata è fisicamente ubicata all’interno della località di Venezia Mestre. A servizio della nuova fermata di Venezia Mestre Gazzera vengono attivati due marciapiedi, uno lato binario dispari e uno lato binario pari, di altezza 55 cm dal piano del ferro. La lunghezza utile dei suddetti marciapiedi è di 290 metri per i treni circolanti in senso dispari e di 330 metri per i treni circolanti in senso pari. Per il passaggio da un marciapiede all’altro vengono attivati un apposito sottopasso pedonale e relativi ascensori. Al termine dei nuovi marciapiedi della fermata di Venezia Mestre Gazzera, sia senso treni dispari che senso treni pari per la circolazione sia sul binario di sinistra che sul binario di destra, vengono attivate le tabelle di individuazione di fine marciapiede, precedute dalle rispettive tabelle di preavviso di cui all’Art. 65 bis comma 2 del RS -IFN.
Rassegna Stampa
Innotrans 2024,presentate le nuove tecnologie di RFI:
Alla Fiera Internazionale della tecnologia dei trasporti di Berlino, Innotrans, si alza il sipario sulle tecnologie di ultima generazione presentate da RFI, società del Gruppo Fs Italiane.
Tper ordina 8 locomotive bimodali Dual Shunter di CZ Loko:
Tper ha ordinato a CZ Loko due locomotive bimodali DualShunter 2000, con un’opzione per acquistarne fino ad ulteriori sei.
Comunicato Stampa – Ferrovia Roma – Lido, CeSMoT: dalla Regione solo una serie infinita di favole mentre il servizio affonda
Tre giorni fa abbiamo assistito al pomposo annuncio da parte della Regione Lazio che dal prossimo Gennaio,con il passaggio a CoTraL, la Ferrovia RomaLido diventerà la futura Metromare, il tutto condito da una sfilza di vaghe promesse: nuovi treni, risanamento dell’infastruttura ecc. Vorremmo tanto credere alle parole del Presidente ZIngaretti e dell’Assessore Alessandri ma non possiamo fare a meno di notare che sono ormai 9 anni che Zingaretti governa la Regione Lazio e di interventi per le tre ferrovie di proprietà regionale non se ne sono praticamente visti, nonostante i palesi disservizi causati anche da ATAC. Dove era la Regione quando ATAC chiudeva con futili scuse la tratta Centocelle – Giardinetti? Dove era la Regione quando ATAC creava il nuovo orario extraurbano sulla Roma – Civitacastellana – Viterbo infarcendolo di autobus?Dove era la Regione quando era palese che il sistema di gestione della circolazione sempre sulla tratta Catalano – Viterbo era non armonizzato con le nuove normative ANSF? Dove era la Regione Lazio quando sulla Roma-Lido l’orario era solo un qualcosa valido sulla carta?Purtroppo la risposta è che la Regione ha dormito in questi anni e che,dopo aver promesso la riapertura della funicolare di Rocca di Papa (che ancora attendiamo)ora promette un servizio migliore ai pendolari sulla RomaLido. Vorremmo tanto crederci ma è difficile poter offrire un buon servizio con soli 4 / 5 treni atti al servizio e con la linea attualmente limitata a Lido Centro. Non mettiamo in dubbio gli investimenti futuri,ma ci piacerebbe sapere che progetti ha la Regione per il breve periodo,tanto più che dal 2022 la linea verrà affidata a due società,ASTRAL e CoTraL, società sicuramente valide ma che,purtroppo, non hanno assolutamente esperienza nel settore ferroviario e cui spetterà un arduo compito. Come CeSMoT avremmo preferito che infrastruttura fosse stata affidata ad RFI e che per il servizio si fosse fatto ricorso alla collaborazione di una Impresa Ferroviaria già attiva,visto che inevitabilmente in questi anni è andato perduto il know-how ereditato da STEFER e successivamente Met.Ro SpA. Restiamo anche perplessi sulla scelta di realizzare un nuovo deposito ad Ostia: non che manchi lo spazio (l’area dell’ex scalo merci)ma semplicemente perchè riteniamo più coerente rilanciare il progetto di far diventare Magliana un importante polo manutentivo italiano. Abbiamo la sensazione che il recente annuncio sia solo una vuota lista di desideri e vaghe promesse, a volersi lavare la coscienza dopo anni di sonno profondo. Gli utenti della RomaLido (e non solo loro) di promesse ne hanno avute fin troppe, nessuna delle quali è stata mai realizzata. Restiamo in attesa di fatti concreti e,sopratutto, di un incontro aperto a tutte le associazioni e comitati, per illustrare un cronoprogramma certo per minimizzare i disagi dovuti alla mancanza di rotabili nonchè i disagi per i futuri cantieri annunciati. Tra 3 anni la RomaLIdo spegnerà 100 candeline, e,l’auspicio è che per quella data utenza possa riavere un valido ed efficiente collegamento ferroviario
Comunicato Stampa – CeSMoT, assolutamente contrari a smantellamento ferrovia Foggia – Manfredonia
Apprendiamo con grande stupore le dichiarazioni dell’assessore regionale Anita Maurodinoia sulla volontà di smantellare la ferrovia Foggia Manfredonia per sostituirla con un non meglio identificato sistema BRT – Bus Rapid Transit. Forse la calura estiva deve aver annebbiato le idee all’assessore, altrimenti non si spiegherebbe la volontà di smantellare la ferrovia. Che il pregresso progetto di tram-treno fosse autentica fantasia era evidente, se non altro per il non trascurabile dettaglio che tale sistema non esiste nei regolamenti RFI e ,per tanto, RFI stessa, come gestore dell’infrastruttura e “proprietario” della linea, non poteva assolutamente accettarlo. Fallito il primo tentativo di dismettere la ferrovia, la regione torna alla carica con un corridoio multimodale, ovvero togliere i binari per creare una strada riservata agli autobus. Che la Regione Puglia sia da tempo allergica al TPL non è una novità: se si eccettua il virtuoso progetto della filovia di Lecce,pensano come macigni la penosa vicenda della filovia barese, terminata da anni ma per la quale la regione non sembra volerne finanziare l’esercizio, la sospensione della ferrovia Rocchetta S.A.L – Spinazzola – Gioia del Colle e l’offerta ridicola di treni (prima della chiusura per inutili lavori di elettrificazione) sulla ferrovia Barletta – Spinazzola. Senza dimenticare i tagli del 2019 al servizio ferroviario di Ferrovie del Gargano. Come CeSMoT vorremmo intanto ricordare all’assessore che sta facendo i conti senza l’oste, ovvero RFI. Certamente come regione ha la possibilità di non pagare i treni Foggia – Manfredonia e far accomodare anche d’estate la numerosa utenza sui bus. Del resto già da anni la Regione Puglia ritiene che d’inverno utenza possa utilizzare il bus al posto del treno. Ma dubitiamo che la Regione possa decidere di smantellare un qualcosa che non gli appartiene, e la linea, fino a prova contraria è di RFI e fa parte dell’infrastruttura ferroviaria nazionale. Indubbiamente nel corso degli anni la ferrovia ha perso in parte l’antico ruolo, complice la posizione isolata di stazioni come Amendola o Frattarolo, indubbiamente la chiusura della RFIEnichem unita a politiche sbilanciate verso il trasporto su gomma delle merci ha fatto scomparire il traffico merci sulla linea (in barba ai soldi spesi per realizzare la nuova stazione di Frattarolo ed il raccordo merci che doveva servire anche al porto di Manfredonia) ma la linea è semplicemente mal sfruttata, complice la presenza di bus (regionali) totalmente sovrapposti al servizio ferroviario. Risibile e ridicola è la posizione del comune di Manfredonia: premesso che la ferrovia serve ottimamente la frazione balneare di Siponto, non ci sembra che i binari taglino in due la città. Forse al comune sono intrappolati in una bolla spazio-temporale e ricordano ancora quando negli anni ’70 i convogli arrivavano nella fermata di Manfredonia Città, ubicata nei giardini di Viale Kennedy. Invitiamo per tanto l’assessore a fare una retromarcia e a valutare, visti anche i soldi spesi per la realizzazione della fermata di Manfredonia Nord, a potenziare la ferrovia, creando un vero servizio integrato treno+bus. L’esempio della Foggia – Lucera, ramo secco per le allora FS e risorta a nuova vita grazie a Ferrovie del Gargano, avrebbe dovuto fare scuola. Se poi la Regione vuole essere miope ed insensibile, come lo sono state ad esempio Piemonte ed Abruzzo, la linea può diventare una risorsa turistica grazie a Fondazione FS, come avvenuto per linee come la Avellino – Rocchetta, Sulmona – Carpinone o Agrigento – Porto Empedocle
Comunicato Stampa – CeSMoT: Legambiente certifica disastrosa gestione ATAC delle ferrovie regionali
Il consueto dossier annuale di Legambiente, Pendolaria, sullo stato di salute delle ferrovie in Italia, conferma, puntuale e implacabile, il disastro delle linee Roma-Viterbo e Roma-Lido gestite da ATAC. I circa 75000 passeggeri che ogni utilizzano la linea si ritrovano con treni sovraffollati e vecchi, che viaggiano in media a 39 km/h, e che di conseguenza necessitano di una manutenzione sempre maggiore e non garantiscono la puntualità delle corse. Basta scorrere ogni giorno i social per leggere come i pendolari testimoniano il declino della linea e del servizio. La crisi della linea non è un evento recente, ma coincide con l’assunzione, nel 2010 del servizio da parte di ATAC, capace di dissipare in breve tutto il Know-how ereditato da Met.Ro. SpA, a sua volta erede della tradizione ferroviaria di STEFER. Complice i tagli al settore ed un totale disinteresse da parte della Regione Lazio, proprietaria dell’infrastruttura, i problemi si sono gradualmente amplificati fino ad arrivare al disastro attuale, accentuato dalla disposizioni di ANSF alle quali ATAC ha colpevolmente e tardivamente adempiuto (oltretutto nella maniera più restrittiva possibile, il tutto a scapito della regolarità del servizio). Così utenti e pendolari si trovano quotidianamente a fare i conti con treni soppressi e disservizi, senza dimenticare le corse sostituite da autobus e la mancata accessibilità di stazioni e mezzi per i disabili. Non meglio vanno le cose sulla Ferrovia Roma – Lido che resta ancora tra le peggiori d’Italia perché nessun cambiamento è avvenuto e nessun cambiamento è alle porte, con ancora gli stessi problemi vissuti dai pendolari ed una situazione del servizio davvero vergognosa per i ritardi e per il degrado in cui versano le stazioni. Anche qui troviamo un drastico calo del servizio, complice la diminuzione dei convogli disponibili, ritardi e soppressione di corse. Non inclusa nel rapporto, ma non per questo esente da disservizi è la ferrovia Roma – Giardinetti, da alcuni anni ormai vergognosamente e pretestuosamente limitata alla stazione di Centocelle per le ben note follie trasportistiche di ATAC, secondo la quale tra Centocelle e Giardinetti la linea sarebbe un doppione della Metro C. Anche su questa linea l’utenza deve fare i conti con stazioni prive di qualsiasi servizio e mezzi obsoleti (alcuni con oltre 90 anni di servizio) e non accessibili ai disabili. Come CeSMoT riteniamo che la situazione sia inaccettabile e restiamo fortemente perplessi nella scelta della Regione Lazio, finora complice di ATAC nel disastro delle tre ferrovie, di affidare a partire dal prossimo anno la gestione dell’infrastruttura della Roma – Lido e della Roma – Nord ad ASTRAL ed il servizio, a partire dal 2021, a CoTraL. Sebbene siano entrambe realtà consolidate nei loro settori di competenza, nonchè lodevoli esempi di efficienza gestionale,mancano, allo stato attuale, di adeguato know-how nella complessa materia del trasporto ferroviario, essendosi occupati, rispettivamente, di manutenzione stradale e trasporto su gomma. Il rischio di un travaso nei nuovi gestori di parte del personale ATAC co-responsabile dell’attuale situazione, è un’ipotesi da non sottovalutare ed accuratamente da evitare. A nostro giudizio sarebbe stato più opportuno seguire l’esempio Umbro, dove la gestione ed il rinnovo dell’infrastruttura ex FCU è stata affidata ad RFI, gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale. Ipotesi inizialmente prevista dalla regione ma poi misteriosamente scartata. Attendiamo, in ogni caso, di conoscere concretamente, da parte del Presidente Zingaretti (sperando che il suo ruolo di segretario del PD non gli sottragga troppo tempo da dedicare alla regione di cui è presidente) e dell’assessore Alessandri (finora molto poco attento alle questioni ferroviarie) quale futuro abbia in mente la regione Lazio. per le sue tre ferrovie: finora di chiacchiere ne sono state spese tante ma di fatti se ne sono visti veramente pochi. Utenti e pendolari di queste linee non meritano e non possono più di essere considerati cittadini di serie B
Sabato 16 Novembre manifestazione per la Ferrovia RomaNord
Dopo l’assemblea di venerdì 7 novembre scorso i comitati che da lungo tempo si battono contro i disservizi sulla Ferrovia Roma – CivitaCastellana – Viterbo hanno avuto la consapevolezza che è tempo di unire le forze per dimostrare a Regione Lazio, Atac e a chi dovrebbe avere voce in capitolo sulla questione della Ferrovia Romanord che il tempo è scaduto e si rischia seriamente che la tratta extraurbana possa chiudere a breve per manifesta incapacità di gestione e di governo. Per questo motivo sabato 16 a piazza del popolo dalle ore 10 ci sarà una manifestazione per protestare contro i quotidiani disservizi che da mesi colpiscono la ferrovia. Come CeSMoT esprimiamo la ns vicinanza ai comitati e continuiamo a trovare scandaloso l’assordante silenzio della Regione Lazio che,con la sua inerzia, sta condannando a morte la ferrovia. Riteniamo che la linea debba essere tolta ad ATAC, dimostratasi assolutamente incapace a gestire il servizio, e l’infrastruttura affidata, come già ad esempio sta accadendo in Umbria sulla ex FCU, ad RFI per un piano di ammodernamento e risanamento.
Maggiori informazioni sulla manifestazione di sabato a questo link:
Sabato 16 ci sarà tanta voglia di riprendersi la ferrovia Roma Nord! #manifestazione #evento
Comunicato Stampa – CeSMoT, Roma – Civita Castellana – Viterbo : urgente trovare delle mitigazioni meno impattanti sul servizio ferroviario
La presa in carico da parte di CoTraL a partire da oggi di alcuni autobus sostitutivi delle corse ferroviarie sulla Roma – Civita Castellana – Viterbo è indubbiamente un evento positivo per i pendolari in quanto il servizio viene preso in carico da un soggetto dotato dei mezzi e del know-how necessario a gestire un servizio automobilistico extraurbano. Tuttavia, come CeSMoT, continuiamo a ritenere l’intera vicenda assolutamente paradossale. Una linea che fino a quando è stata di competenza dell’USTIF era perfettamente in regola improvvisamente, per un cambio di soggetto preposto alle verifiche in tema di sicurezza ferroviaria, è diventata insicura e fuori norma. Ci teniamo a ricordare che all’epoca della creazione di ANSF ad RFI vennero concessi ben 10 anni per l’adeguamento, mentre ora si pretende che in 24 mesi si trasformino delle linee “dimenticate da Dio” in gioielli di alta tecnologia. Con quali fondi però non è dato sapere. Ovviamente tutti questo accanimento che c’è sul ferro non si vede sul concorrente gommato che può ancora fare il lavoro che faceva 50 anni fa senza spendere neanche “1cent” in sistemi di sicurezza: del resto è ben noto che fanno notizia solo gli incidenti ferroviari, non quelli provocati dai TIR. Ad aggravare la situazione della Roma – Civita Castellana – Viterbo c’è anche il totale disinteresse da parte di ATAC, i cui interventi mitigativi sono stati solamente quelli di togliere i treni. Come se a loro nulla importasse dell’esercizio ferroviario, trattato solo come la gallina dalle uova d’oro per prendere i km del contratto di servizio. Nel chiedere con urgenza di trovare delle mitigazioni meno impattanti sul servizio ferroviario, in attesa dei necessari interventi di ammodernamento della linea, come hanno fatto le altre aziende, desideriamo anche ricordare, come CeSMoT, che il DECRETO 3/2019 che disciplina il periodo transitorio tra l’esercizio in regime USTIF (con le autorizzazioni rilasciate ai sensi del DPR 753/80) e quello nel nuovo regime ANSF, non sono impone provvedimenti urgenti di minimizzazione dei rischi da attuare obbligatoriamente a priori di alcuna analisi ma stabilisce che “spetta ai singoli esercenti svolgere un’analisi dei rischi che individui tali provvedimenti” che devono “tenere conto delle caratteristiche della tratta ferroviaria, dei veicoli e del servizio di trasporto” . Se ATAC non è interessata a gestire la linea , rinunci quanto prima all’esercizio,ma prima sarebbe opportuno forse che cambiasse il direttore d’esercizio delle ferrovie regionali: nonostante un passato nel gruppo Ferrovie dello Stato è innegabile che dal 2010, data della sua nomina, le tre ferrovie regionali abbiano imboccato una preoccupante parabola discendente, specie in termini di servizio offerto.
Comunicato Stampa – CeSMoT, ferrovia RomaNord assassinata dalla burocrazia e da disinteresse Regione Lazio
Con il passaggio delle competenze in materia di circolazione ferroviaria a partire da Lunedì sotto ANSF,si è completato il delitto perfetto per assassinare definitivamente la ferrovia Roma Civita castellana Viterbo che vedrà i treni extraurbani sostituiti da “comodi” e “veloci” autobus. A tutto discapito dell’utenza. Nonostante ci fossero i soldi per l’ammodernamento , il protocollo con RFI e nonostante lo si sapesse da un anno e mezzo che la linea ,ancora esercitata come negli anni ’30, non rispondesse alla maggior parte delle cervellotiche norme dei burocrati fiorentini, né la Regione Lazio né Atac hanno ritenuto opportuno fare qualcosa,lavandosene le mani in ossequio alla filosofia “Treno fermo rischio azzerato” . A pensare male si potrebbe ipotizzare che lo scopo fosse proprio quello di costringere utenza ad abbandonare la linea per chiuderla definitivamente,come come hanno fatto con la Centocelle – Giardinetti.Mentre nel resto d’Italia le infrastrutture vengono rinnovate,come ad esempio in Umbria dove la ex FCU è stata ceduta dalla regione ad RFI per il rinnovamento, in una capitale come Roma, soffocata da inquinamento e traffico, mezzi ecologici come le ferrovie concesse non vengono tutelate ed aggiornate. A questo punto sarebbe addirittura auspicabile che un buon avvocato denunci Atac per interruzione di pubblico servizio. E la Regione, se non fosse corresponsabile, di mancato rispetto del cds.
Ci domandiamo come CeSMoT se il presidente Zingaretti,ormai terminata la campagna elettorale Delle amministrative,trovi il tempo e la voglia di pensare alla sua regione o ai trasporti. Altrimenti,se fosse troppo gravoso sommare i ruoli di segretario di partito e presidente della Regione,rinunciasse ad uno dei due incarichi. Nel frattempo,ancora una volta,nel triste gioco della burocrazia,a rimetterci saranno sempre e solo i pendolari.
Comunicato Stampa “CeSMoT, assurdo blocco TAR a riapertura ferrovia per Vigna Clara”
La recente sentenza del TAR Che blocca la riattivazione della tratta ferroviaria per Vigna Clara ci lascia,come CeSMoT,molto sorpresi e perplessi. In sostanza sembra che tar riconosca che l’interesse personale di pochi conta più del diritto alla mobilità di molti. Riteniamo che il tar viola la costituzione ed è responsabile, insieme ai ricorrenti, di un ingente danno erariale. Senza dimenticare che si crea un pericoloso precedente: d’ora in poi chiunque si riterrà “disturbato” da una ferrovia potrà ricorrere al TAR e chiedere che venga sospeso il traffico. Se cosi fosse i romani meriterebbero di soffocare nello smog e trascorrere la loro vita fermi nel traffico. Siamo arrivati al punto che contano più i diritti di chi costruisce case ed attività commerciali semza rispettare le norme (la ferrovia esiste dagli anni 30, gli edifici dal 60/70),senza dimenticare che nel 1990 nessuno ebbe da ridire. Sono anche impensabili altri lavori sulla galleria, che è stata appositamente rafforzata e ristrutturata nel rispetto delle normative vigenti. Come CeSMoT ribadiamo che trasporto collettivo è il vero motore economico e sociale della città, l’egoismo uccide il trasporto collettivo e conseguentemente con questa sentenza tar e cittadini di Roma Nord sono complici e carnefici della morte di Roma. Auspichiamo che RFI e Comune di Roma ricorrano al Consiglio di Stato contro questa sentenza scandalosa e che un secondo grado di giudizio possa dare via libera ad un’opera strategica per la mobilità cittadina