Apprezziamo e siamo felici che finalmente, nelle due giornate di circolazione a targhe alterne a Roma, l’amministrazione capitolina ed ATAC e Trenitalia abbiano deciso di estendere la validità del BIT – Biglietto Integrato a Tempo fino alla mezzanotte al fine di incentivare gli spostamenti con i mezzi pubblici. Riteniamo però che tali iniziative, seppur lodevoli anche se arrivate in ritardo rispetto ad altre città, siano , de facto, una goccia del mare senza un concreto piano di investimenti sul trasporto su ferro. Mentre in altre città d’Italia, come da ultima Palermo che domani inaugurerà la sua nuova rete tramviaria, si investe seriamente sulla “rotaia” , implementando o realizzando reti metropolitane o ferro-tramviarie, ecologiche per eccellenza, Roma, capitale d’Italia, resta tristemente al palo con un TPL sempre più alla deriva. Se si escludono i lodevoli sforzi del Gruppo Ferrovie dello Stato, volti a riprendere la famosa “cura del ferro” , non si vede traccia, nella nostra città, di interventi a favore del trasporto su ferro. Anzi, abbiamo assistito alla vergognosa e pretestuosa sospensione della ferrovia Centocelle – Giardinetti, ai quotidiani e ricorrenti disservizi sulla ferrovia Roma – Lido di Ostia (dove le priorità di ATAC sembrano invece quelle di installare delle pseudo barriere anti rumore ad Ostia, autentici muri contestati anche dai residenti), e ad una rete tramviaria i cui annunciati sviluppi e prolungamenti sono rimasti solamente bellissimi disegni sulla carta. Riteniamo necessario come CeSMoT, che il Commissario Tronca abbia il coraggio e la forza di rompere con il passato e di varare rapidamente provvedimenti volti a far riprendere anche a Roma, la cura del ferro. Primo fra tutti, il ritorno del tram 3 al capolinea di Stazione Trastevere e la revoca della scandalosa sospensione della Ferrovia Centocelle – Giardinetti. Passando poi a cantierizzare il prima possibile i vari progetti di sviluppo della rete tramviaria che ormai da troppo tempo prendono polvere nei cassetti.
Anello ferroviario, un nodo che va sciolto
Su Trasporti&Mobilità di oggi, intervista al Presidente del CeSMoT, Omar Cugini, in merito alla chiusura dell’anello ferroviario. Cliccando sul link sottostante è possibile scaricare l’articolo in formato pdf
Trasporti, CeSMoT: Un 2015 con poche luci e molte ombre per il TPL romano
Questo 2015 ormai al termine, con Roma, assediata dall’inquinamento e vessata da inutili provvedimenti palliativi (targhe alterne) sarà ricordato come un anno, in tema di TPL, con poche luci e molte ombre. Il principale dato positivo, da ricordare, è l’apertura, in fortissimo ritardo, della prima tratta della linea C della metropolitana, da Pantano a Lodi, opera attesa da anni, strategica per la mobilità del quadrante sud, ma destinata a portarsi dietro la coda di polemiche, di indagini penali e mostruosi ritardi rispetto al programma dei lavori prestabilito. Con il risultato che la metropolitana ancora non è arrivata a San Giovanni, importante nodo di scambio con la linea A della metropolitana, e che dovremo attendere ancora anni per vederla arrivare fino a Colosseo, auspicando che l’eventuale prolungamento oltre questa stazione venga accuratamente riprogettato, abbandonando l’inutile percorso verso Chiesa Nuova ed Ottaviano. L’altra parziale buona notizia, grazie anche all’effetto Giubileo, è l’inizio dei lavori per la riapertura della prima tratta dell’anello ferroviario, da Valle Aurelia a Vigna Clara. Dopo anni di progetti, di opere usa e getta realizzate per i famosi mondiali di calcio del 1990 e poi abbandonate, la montagna partorirà il famoso topolino, con i treni che nell’anno che verrà torneranno a circolare fino a Vigna Clara, senza alcuna certezza sulla realizzazione dei tratti mancanti, Vigna Clara – Tor di Quinto – Nomentana e Vigna Clara – Pineto – Roma Aurelia, e con il serio rischio che, finito l’effetto trainante del Giubileo, le opere vengano nuovamente abbandonate, un poco come è successo per la fermata di Val D’Ala, dimenticata dalla Regione Lazio. Ultimo barlume di luce, l’arrivo e l’inizio dei collaudi dei nuovi filobus BredaMenariniBus, destinati alla costruenda filovia laurentina, opera funestata varianti di progetto, ritardi e dalla corruzione. Se come sembra alcune vetture verranno impiegate sulla linea 90, in supporto agli attuali Solaris Trollino, le possibilità di rivedere la linea completamente esercitata con ecologici filobus potrebbero diventare concrete. Positivo, ma riguarderà marginalmente i pendolari romani, sarà il piano si rinnovamento della flotta autobus intrapreso da CoTraL, che permetterà finalmente, a quanti si recano a Roma per studio o per lavoro, di viaggiare su mezzi moderni e confortevoli. A fronte di queste poche luci, tante sono le ombre che pensano su questa annata. La più evidente resta la scandalosa ed inconcepibile sospensione della tratta ferroviaria Centocelle – Giardinetti, decisa arbitrariamente dall’ATAC, con l’avallo della Regione Lazio ed il colpevole silenzio della ex amministrazione comunale, in maniera quasi carbonara in piena estate, con la città in vacanza. Tale scelta, come noto, ha de facto privato alcuni quartieri di un valido ed efficiente collegamento su ferro. Al posto del treno, inquinanti autobus. I picchi di inquinamento atmosferico nascono anche da queste scelte poco sagge . Ombre, e non poche, anche sulla altre due ferrovie regionali gestite, non proprio al meglio, sempre da ATAC: sulla Roma – Lido i disagi ed i disservizi, dovuti alla scarsa disponibilità di materiale rotabile nonchè dall’eccessiva vetustità di esso, potrebbero terminare se ,come sembra, andrà in porto l’affidamento del servizio ai francesi di Trans Dev la quotidiana via crucis dell’utenza potrebbe terminare,ma, nell’attesa, i problemi della linea restano irrisolti e , almeno nel medio periodo, il rischio per gli utilizzatori di dover convivere con i disservizi non è poi così remoto. Futuro incerto anche per l’ultima delle tre ferrovie regionali gestite da ATAC, ovvero la Roma – Civita Castellana – Viterbo, dove il nuovo orario varato alcuni mesi fa da ATAC ha, di fatto, peggiorato il servizio, specie con l’introduzione delle corse automobilistiche, spesso e volentieri vengono effettuate con vetture inadatte al tipo di servizio, e dove non si vede l’ombra di un progetto per il rinnovamento del materiale rotabile, che, specie quello urbano, viaggia ormai sui 20 anni di servizio
Notte fonda anche per la rete di superficie: andata deserta la gara per l’acquisto di nuovi autobus per ATAC, e svanita anche la possibilità che arrivassero gli autobus cinesi, si continua a fare servizio con un parco vetture che inizia a mostrare i seni dell’età e dell’intenso uso. Notte fonda anche per la rete tramviaria: tutti i progetti di estensione della rete sono rimasti sulla carta, ancora persiste l’assurda situazione della linea 3 esercitata per un parte con tram e per la restante con autobus, ed anche qui, il parco mezzi avrebbe necessità di un radicale rinnovamento.
Invertire il trend negativo non è certamente un processo rapido ed immediato, e siamo consapevoli che l’attuale limbo amministrativo in cui giace l’amministrazione comunale non semplifica le cose, però riteniamo che il Commissario Tronca, libero da qualsiasi condizionamento politico e svincolato dalle logiche di partito , possa e debba dare il via alla rinascita del TPL cittadino, tracciando una strada che servirà da guida per il “sindaco che verrà” . Se si vuole realmente combattere l’inquinamento occorre necessariamente mettere da parte provvedimenti inutili e demagogici come targhe alterne o blocchi del traffico ed intraprendere una virtuosa strada di rilancio del TPL, somministrando a Roma quella famosa “Cura del Ferro” da anni annunciata ma mai seriamente attuata . Ma, per far si che ciò avvenga, occorre lo sforzo di tutti i soggetti, a partire dal Governo, che deve garantire alla città i necessari stanziamenti, passando per Regione Lazio e Città Metropolitana fino ad arrivare alle forze politiche, le quali, con grande senso di responsabilità, devono finalmente essere consapevoli che il TPL è un bene di tutti e non può e non deve essere ostaggio di lotte politiche il cui unico scopo è il no a priori solo per “accaparrarsi” il voto degli “scontenti”
Auguri di Buone Feste
Alla vigilia delle festività natalizie, desideriamo di cuore augurare a tutti voi che ci seguite ed alle vostre famiglie un Felice Natale ed un 2016 pieno di gioia, pace e serenità. L’anno che si sta concludendo è stato intenso, in alcuni casi ci si è trovati sui lati opposti della “barricata” , ma siamo convinti che nel confronto ci si arricchisce a vicenda, anche se poi si resta ognuno delle proprie posizioni, a volte vicine, per dirla in termini ferroviari, a “distanza di blocco” , altre volte lontano, un pò come la distanza tra Brennero ed Agrigento . Un grazie di cuore a tutte le persone che abbiamo incontrato in questo anno, con cui abbiamo interagito, con cui siamo anche riusciti a costruire qualcosa di buono. La foto allegata,di uno dei nuovi filobus ATAC in collaudo lungo la Via Nomentana, sperando di vederli, nell’anno che verrà, finalmente in circolazione e auspichiamo sia di buon auspicio per un nuovo sviluppo, nelle nostre città, di una rete di TPL ecologico e a zero emissioni
Omar Cugini – Presidente
Marco Rossetti – Segretario
Mar’yana Shyyka – Comunicazione, Marketing & Attività Promozionali
Nuovo Orario Trenitalia 2016
Il focus, diviso per regione, su tutte le novità introdotte con il nuovo orario invernale di Trenitalia a partire dal 13 dicembre 2015, è disponibile su ilmondodeitreni.it a questo indirizzo: http://www.ilmondodeitreni.it/blog/tag/nuovo-orario-2016/
CeSMoT: 32 anni senza Roma – Fiuggi
Con l’OdS dell’allora AcoTraL N° 349 del 9 dicembre 1983 si metteva la parola fine sulla ferrovia Roma – Fiuggi disponendo la sospensione , “fino a nuovo avviso” , dell’esercizio tra San Cesareo e Fiuggi a partire dal successivo 27 Dicembre. La sospensione, imposta dal Ministero, sotto certi aspetti metteva fine all’agonia di una linea che versava in condizioni a dir poco critiche: poco tempo prima, un sopralluogo dell’USTIF, aveva imposto pesanti rallentamenti, anche a 30 Km/h, sulle tratte ancora armate con binari da 27,5 Kg/m e la linea era, di fatto, limitata alla stazione di Cave a causa di una frana. A distanza di 32 anni dalla chiusura, con la linea ormai ridotta alla sola tratta Laziali – Centocelle a causa di una sconsiderata decisione di ATAC, con il forte dubbio se si riusciranno a festeggiare nel 2016 i 100 anni di esercizio, se paragoniamo il tracciato della linea con altre illustri ferrovie, come ad esempio il Bernina, è molto forte il rimpianto per ciò che si poteva fare e non si è fatto. Anni trascorsi senza un’idea per il futuro, con investimenti ridotti allo stretto indispensabile e mancate promesse di ammodernamento portarono all’inevitabile epilogo ed alla perdita di una infrastruttura, trasformata parzialmente in pista ciclabile dalla dubbia utilità, che da un lato poteva ancora giocare un ruolo per i collegamenti su ferro, dall’altro avrebbe potuto rivelare ampie potenzialità turistiche, specie nella tratta montana. Ora più che mai, dopo tutte le occasioni perdute ed i soldi spesi (vedi l’ammodernamento della tratta Torrenova – Pantano poi ricostruito da zero a causa delle varianti al progetto per la Metro C o la nuova stazione di Giardinetti buttata alle ortiche dopo neanche 10 anni) riteniamo occorra decidere in fretta il futuro di ciò che resta della linea che, nonostante gli anni, mostra ancora enormi potenzialità e che, se ammodernata nell’infrastrutture e nei mezzi, potrebbe giocare un ruolo chiave per la mobilità del quadrante Roma Sud, magari con un auspicabile prolungamento da Giardinetti verso Tor Vergata o magari realizzando anche un collegamento di tipo tramviario tra Pantano Borghese Metro C e San Cesareo. I progetti, sulla carta, non mancano, ma resta forte il dubbio che ci sia la reale volontà di passare dalle parole ai fatti, specie dopo avere osservato, con rammarico, l’assurdo silenzio della Regione Lazio sul futuro della linea. Per quanto riguarda il passato, inutile, purtroppo, piangere sul “latte versato” e chiedersi cosa sarebbe potuta essere la linea se…
I dubbi su cosa sarebbe potuto succedere con più investimenti, su cosa sarebbe potuto succedere se l’allora ACoTraL avesse davvero intrapreso i lavori richiesti dal Ministero, se fosse andato in porto il piano di ammodernamento proposto negli anni ’80, su cosa sarebbe potuto succedere senza le frane che prima tagliarono la linea tra Genazzano e Fiuggi e poi tra Pantano e San Cesareo…sono dubbi molto affascinanti, ma la storia non si fa con i se e con i ma e queste risposte purtroppo resteranno senza risposta. L’unico dato di fatto è che la tratta Torrenova – Pantano è stata salvata, ammodernata ed ora è diventata una moderna metropolitana, che, nonostante ATAC, esiste ancora la tratta Giardinetti – Roma Laziali e che si è conservata la memoria della linea sia con la realizzazione del museo ferroviario nella ex stazione di Colonna, sia con il restauro del locomotore 1 esposto presso il Polo Museale di Porta San Paolo. Occorre prendere esempio dalla storia e non ripetere gli errori del passato: Roma non può permettersi la perdita di ulteriori Km di ferrovia, ed il progetto di ATAC di limitare definitivamente ciò che resta della linea nei pressi della stazione di Centocelle altro non farebbe che far perdere, definitivamente, una importante infrastruttura ferroviaria.
Matera, presentati i nuovi bus in servizio sulle linee urbane
Sono stati presentati nei giorni scorsi i cinque nuovi mezzi Mercedes euro 6 che entreranno in funzione sulle linee urbane di Matera aumentando la consistenza del parco mezzi della società di trasporto urbano Miccolis, che gestisce il TPL nella “città dei sassi” Sistema GPS, sedili antivandali, impianto di riscaldamento e aria condizionata e pianale ribassato (senza scalino) per l’ingresso dei disabili: queste le caratteristiche dei nuovi mezzi. Inoltre la società aveva già installato in passato lungo i percorsi 10 paline elettroniche, tutte dotate di sistema di videosorveglianza che assicurano informazioni su itinerari e orari di percorrenza. Sono questi alcuni dei servizi a bordo che il direttore della Società Miccolis, Enzo Magistà ha illustrato al sindaco Raffaello de Ruggieri e all’assessore alla Mobilità Valeriano Delicio durante la conferenza stampa. “In tutto, i mezzi in servizio sono 22 suddivisi su 16 linee, a parte quelle speciali previste per i borghi della città e le linee bis – ha spiegato – Gli automezzi in servizio, comprensivi del parco rotabile di scorta, si attestano sui 38 veicoli. Questa scelta consente di sostituire di autoveicoli che hanno risentito degli anni di attività e che non erano graditi agli utenti. Grazie a questi nuovi bus si uniscono le esigenze di un mezzo più piccolo e la capienza che soddisfa meglio i consumatori”. Nel corso dell’anno la società percorre in media 1,3 milioni di chilometri annualmente. Il rapporto ricavi-costi – ha aggiunto il direttore – dimostra un elevato livello e si attesta intorno al 20% contro i dati molto più bassi di altre città. La mobilità a Matera c’è e va servita bene”.
“La dimensione di questi mezzi – ha spiegato il sindaco Raffaello de Ruggieri – è più coerente con le necessità del trasporto e la dimensione delle nostre strade. Penso, ad esempio, ad arterie come via Lucana che in alcuni casi con mezzi molto lunghi, diventa molto complicata. In questo modo invece è garantito un percorso più celere e più breve”
“Apprezzo molto – ha aggiunto l’assessore comunale alla Mobilità – il fatto che la società abbia voluto effettuare un investimento più importante, allestendo i mezzi con servizi di grande valore. I mezzi euro 6, peraltro, garantiscono la qualità ambientale e il risparmio. Credo che questo dimostri la visione complessiva che Miccolis sta mettendo in campo. Il programma di esercizio – ha aggiunto l’assessore – va implementato. Penso ad esempio a quartieri come Arco o Acquarium nei quali la popolazione è aumentata, oppure ai borghi che hanno esigenze particolari”.
Giubileo: CeSMoT, bene piano FS attendiamo quello di ATAC
In vista dell’Imminente Giubileo apprendiamo con piacere dell’impegno profuso dal Gruppo FS per garantire la mobilità dei pellegrini che affolleranno Roma durante questo importante periodo. Attendiamo però, con impazienza, di conoscere il piano previsto da ATAC, ammesso che esso esista, visto che manca meno di un mese dall’apertura della Porta Santa ed ancora tutto tace. Finora l’azienda di Via Prenestina si è distinta solamente per i suoi piani di soppressioni astrusi di linee, vedi ad esempio la ferrovia Centocelle – Giardinetti, e quotidiani e “misteriosi” disservizi, come quello odierno sulla Ferrovia Roma – Lido di Ostia. Da romani ed utenti vorremmo, tuttavia, che questi piani straordinari in materia di trasporto fossero invece la quotidianità. Un servizio efficiente, treni, bus, tram e metro funzionanti e puliti farebbero di Roma una vera capitale europea, diminuendo il traffico e rendendo la città più vivibile e a misura di cittadino. Il concreto rischio che il Giubileo della Misericordia possa diventare una “Via Crucis” per i cittadini romani e per i pellegrini è tutt’altro che infondato, e per questo, come CeSMoT, chiediamo al Commissario Tronca di mettere rapidamente in atto tutte quelle misure necessarie ad evitare la caporetto del trasporto pubblico, ricorrendo, se necessario, anche all’azzeramento dei vertici ATAC ed al commissariamento dell’azienda.
Filovia di Cremona: la risposta dell’Assessore Manfredini
Con grande piacere pubblichiamo la risposta dell’Ing. Alessia Manfredini, Assessore alla Mobilità del Comune di Cremona, in merito al nostro comunicato stampa sui recenti lavori di smantellamento della filovia di Cremona. Al di là delle posizioni che restano opposte, trovare un’amministrazione comunale che risponde in tempi rapidissimi su questioni sollevate dalla Ns associazione, è una cosa che ci fa enormemente piacere.
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Egr. Sig. Cugini – Presidente CeSMoT,
dopo aver letto con stupore il comunicato pubblicato sul vostro sito, ritengo opportuno sottolineare quanto segue. La città di Cremona, nel 2002, ha deciso di non investire più sui filobus per diverse ragioni, tra queste la rigidità del percorso, gli elevati costi di manutenzione e gli investimenti corposi che si sarebbero dovuti sostenere per le modifiche delle linee in base al riassetto viabilistico cittadino. Negli anni a seguire le diverse amministrazioni hanno scelto di smantellare progressivamente la rete e di non inserire in alcun capitolato delle due ultime gare (anno 2004, anno 2012) per l’aggiudicazione del servizio del trasporto pubblico l’opzione di utilizzo dei filobus. Ripristinare completamente ora i cavi aerei comporterebbe un investimento di risorse non sostenibile, al quale si andrebbero ad aggiungere i costi per l’acquisto di nuovi mezzi e la modifica del contratto di servizio esistente che lega fino al 2020 il Comune di Cremona a Km S.p.A., l’azienda che gestisce il trasporto pubblico locale. Significherebbe inoltre rinunciare al rinnovo del parco mezzi del trasporto urbano che, ad oggi, ha un’età media di 7 anni (attualmente il 27% della flotta è a metano, il 19% della flotta EEV o euro VI) e abbandonare il concetto di flessibilità dei percorsi delle linee che collegano per esempio il centro storico con i quartieri. In questi mesi, in accordo con Aem S.p.A., si è valutato di rimuovere i tratti finali dei cavi aerei della linea dei filobus, in particolare quelli ancora presenti nel centro storico all’interno di un percorso di riqualificazione urbana. Una scelta che, alla luce di quanto sopra spiegato, è obbligata. Diversamente da quanto emerge dal vostro comunicato, l’impegno di questa Amministrazione sulle tematiche ambientali è molto forte. Segnalo, ad esempio, che nel nuovo Piano della sosta e della mobilità del centro storico, approvato lo scorso mese di luglio in Consiglio Comunale, è presente l’indirizzo di migliorare il trasporto pubblico ricorrendo a mezzi più ecologici e di dimensioni ridotte, adatti a circolare in una città come Cremona il cui centro ha mantenuto una conformazione che risale al Medioevo. Stiamo infatti lavorando nella direzione di una mobilità sempre più sostenibile. Vi invitiamo pertanto a visitare la nostra città così da poter valutare di persona la mobilità del centro storico e il trasporto pubblico esistente con i mezzi a metano che transitano nel centro storico. Avrete così modo di apprezzare non solo corso Campi pedonale ma anche altre zone della città, come corso Mazzini e largo Boccacino, che questa Giunta ha reso pedonali.
Smantellamento linea filobus di Cremona, l’attacco di Cesmot…
Articolo apparso sull’edizione online di Cremona Oggi:
Mentre a Cremona sta terminando lo smantellamento delle vecchie linee della filovia, in tutta Europa le altre città tornano ad investire sul filobus. E’ il caso ad esempio di Verona, dove l’amministrazione comunale sta investendo proprio in questa forma di trasporto pubblico, per soppiantare il vecchio autobus. Stessa cosa vale per Bologna, che già sta facendo realizzare i nuovi filobus, in quali già dai primi mesi del 2016 saranno in circolazione. O ancora come Pescara, dove sono in corso i lavori per il completamento della filovia.
A denunciare la situazione cremonese è il CeSMoT (Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti). “Mentre altre città italiane investono seriamente su un trasporto pubblico ecosostenibile implementando tram e filobus, la città di Cremona continua ad essere purtroppo in netta controtendenza” evidenzia il presidente Omar Cugini. “Apprendiamo infatti dai giornali che l’attuale giunta comunale ha deciso lo smantellamento della filovia, sospesa cervelloticamente all’esercizio sin dal 2002 per dar spazio in centro ad un’isola pedonale ‘blindata’ a tutto ciò che non fossero pedoni”.
Questa sarebbe una scelta anacronistica, secondo l’associazione. “Invece di dare un netto segno di discontinuità con il passato, investendo per il ritorno di uno dei mezzi ecologici per eccellenza, si sceglie ancora una volta di lasciare il passo a traffico ed inquinamento” continua Cugini. “Il tutto con il plauso della stampa che, riciclando un triste slogan coniato a Roma negli anni ’70 da ecologisti che lo erano solo di nome, parla di ‘operazione cieli puliti’ come se fosse il bifilare filoviario ad ‘deturpare lo skyline’ mentre invece automobili camion ed autobus, con le loro emissioni no”.
“Come CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti, desideriamo ‘umilmente’ suggerire al Sindaco Galimberti ed alla sua ‘antiecologica’ giunta un istruttivo viaggio in altre città italiane più evolute, dove si è scelto di continuare ad investire su un TPL ecosostenibile” continua Cugini. “Basti pensare ad esempio alla vicina Milano, o, in tema di filovie, a Bologna, una delle città ecologiche per eccellenza, che con un massiccio piano di investimenti sta ponendo le basi per uno sviluppo della sua rete filoviaria. Parlando con i suoi omologhi colleghi forse l’illustre primo cittadino ed i suoi collaboratori potrebbero finalmente aprire gli occhi e rendersi conto del grosso errore che stanno commettendo. E fermare l’inutile smantellamento ed il relativo spreco di soldi. Desideriamo ricordare infine che la città di Cremona e la sua azienda di trasporto si sono distinte per aver buttato, dopo neanche 10 anni di servizio due nuovissimi filobus acquistati con fondi regionali e che sebbene la filovia inattiva dal 2002, si erano mantenute in essere tutte le servitù per l’ancoraggio del bifilare filoviario e, con costi sostenuti sarebbe stato possibile riattivare il tutto. Ora, con la scellerata e assurda decisione, si mette davvero la parola fine ad una gloriosa storia ecologica iniziata nel 1940. Con buona pace dei cremonesi che ora potranno godersi il loro ‘bel’ cielo e respirare a pieni polmoni i gas di scarico”.