Comunicato Stampa – CeSMoT : contrari a qualsiasi ipotesi di smantellamento vecchia ferrovia Sangritana

Apprendiamo dalla stampa (https://www.abruzzolive.tv/lavoro-impresa/lanciano-paolini-ai-vertici-tua-giu-le-mani-da-sangritana-it31660.html) della crociata del sindaco di Lanciano, Filippo Paolini, contro la possibile scomparsa del logo Sangritana dai servizi ferroviari. Premettendo che di fatto sono anni che azienda è confluita nella nuova società TUA,e che il nome di chi gestisce il trasporto è sicuramente l’ultimo dei problemi, riteniamo che probabilmente il promo cittadino di Lanciano ignori,oltre al fatto che la ferrovia è di proprietà regionale, che non solo non esiste più il marchio Sangritana ma non esiste più nulla della storica e grande rete progettata oltre 100 anni fa dalla mente illuminata dell’ing. Besenzanica. Infatti tra il 2006 ed il 2007 è stata totalmente dismessa la linea San Vito Marina – Lanciano – Castel di Sangro,mentre le tratte Archi Atessa e Crocetta Ortona erano già defunte dal 1973 e dal 1982 (escludendo l’effimero servizio merci da Ortona per Caldari degli anni ’90). In cambio i pendolari hanno avuto una nuova (e costosa)linea che parte alla periferia di Lanciano e dopo aver tagliato fuori tutti i centri abitati raggiunge la nuova stazione RFI. Con una percorrenza inferiore di circa 3 minuti rispetto alla vecchia linea. La montagna che ha partorito il topolino!Il sindaco evidentemente ignota anche che per arrivare alla nuova ,moderna e sovradimensionata stazione di Via Bergamo occorra ora prendere un “ecologico” autobus o il mezzo privato, così come ignora che dalla vecchia stazione di Via Dalmazia al posto dei treni ora partono “ecologici” autobus per San Vito,Ortona o Castel di Sangro. Così come forse ignora che la stazione di Via Dalmazia è distante solamente 400 metri dal centro città,ovvero dal famoso Santuario del Miracolo Eucaristico,mentre la nuova stazione di Via Bergamo dista oltre 1,5 km sempre dal centro città. Ma è evidente che unico interesse del sindaco,come traspare dall’articolo,sia quello di realizzare strade e parcheggi al posto della ferrovia. Come CeSMoT immaginiamo che evidentemente il sindaco non abbia mai seguito le vicende della ferrovia negli ultimi anni, altrimenti invece di sprecare tempo dietro al mantenimento di un nome sarebbe corso in Regione a chiedere come mai, ad esempio non si intervenga per riaprire la tratta per Marina San Vito,che,tra l’altro,sarebbe raggiungibile anche dalla nuova stazione. O magari avrebbe potuto chiedere come mai si siano spesi soldi dei contribuenti regionali (quindi anche dei suoi concittadini)per unificare le due stazioni di Castel di Sangro (sebbene la linea FS sia chiusa da anni al servizio ordinario sempre per volontà della Regione) o per realizzare la linea Sevel – Archi dove i lavori di completamento vanno avanti con lentezza da anni.  Che l’Abruzzo sia una regione allergica al TPL lo dimostrano purtroppo sia la storia della Sangritana (emblematico fu quando anni fa la dirigenza pensava alla riforestazione in Costa Rica invece che a rilanciare il trasporto ai ferro)o le vicende delle filovie di Chieti e Pescara (tacendo sulla penosa vicenda del translohr a L’Aquila),e ci rammarica riscontrare questa allergia negli amministratori locali. Specialmente a Lanciano sembra esserci un odio verso la ferrovia visto che tempo fa qualcuno proponeva una ciclabile sul sedime ferroviario, ignorando probabilmente sia  le pendenze sia il fatto che fino a Villa Martelli la vecchia tratta è utilizzata per collegare il nuovo deposito. Caro sindaco,è la nostra associazione, che da sempre si batte in favore di una mobilità sostenibile, a gridare “giù le mani dalla ferrovia!”. Noi restiamo fermamente contrari a qualsiasi ipotesi di smantellamento e riteniamo che sia possibile un suo rilancio anche in chiave turistica, ricordando che l’allora Sangritana ,con il “Treno della Valle” fu tra le prime aziende a proporre un servizio ad hoc dedicato al turismo, senza dimenticare che l’iniziativa potrebbe essere ripetuta anche in inverno per raggiungere le nevi di Roccaraso. Senza dimenticare che in deposito a Lanciano, è custodita una storica locomotiva a vapore, praticamente unica in Italia. Inoltre sarebbe possibile sfruttare il vecchio sedime della ferrovia adriatica, abbandonato dopo il raddoppio e lo spostamento a monte, per realizzare un tram-treno costiero che possa liberare l’incantevole costa dei trabucchi da traffico e parcheggio selvaggio.

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Comunicato Stampa – CeSMoT: assolutamente contrari a trasformazione ferrovia Lanciano – Marina S. Vito in percorso ciclopedonale

Apprendiamo con enorme sconcerto dell’ennesimo progetto di dismissione del vecchio tracciato Lanciano – San Vito della Ferrovia Sangritana per trasformarlo in pista ciclo-pedonale. Ancora una volta la Regione Abruzzo si dimostra totalmente allergica al trasporto pubblico,come purtroppo la storia della Sangritana insegna e che,come CeSMoT, riteniamo utile ricordare: nel 2008 viene aperta la nuova linea di fondovalle tra la nuova stazione di Lanciano e la nuova stazione RFI di San Vito Lanciano. Al posto della storica stazione in centro i cittadini di Lanciano si ritrovano una stazione in periferia, con la necessità di utilizzare o la macchina o l’autobus per poter prendere il treno. La nuova linea taglia fuori i centri di Treglio e San Vito CHietino,ora serviti da autobus sostitutivi. In oltre 10 anni si sono susseguiti i progetti più fantasiosi, tra cui trasformare la linea in un ipotetico tram-treno,mentre la società era impegnata a riforestare il Costa Rica o nel costoso revamping delle elettromotrici belghe  AM56 (i famosi “Orsetti” ) ,10 mezzi del 1956 di cui solo 5 ristrutturati per il servizio. Desideriamo anche ricordare gli infiniti lavori di ricostruzione della linea Archi – Castel di Sangro (almeno altri 5 anni di lavori) e l’inutile unificazione delle stazioni di Castel di Sangro completata dopo che le stessa Regione Abruzzo aveva decretato la morte della linea Sulmona – Castel di Sangro  La nostra associazione esprime piena contrarietà allo sconsiderato progetto di smantellamento della ferrovia, l’esempio del tracciato abbandonato della vecchia linea costiera delle FS è sotto gli occhi di tutti e stride tremendamente con i paesaggi della costa dei Trabucchi. Al posto di un inutile percorso ciclopedonale sarebbe meglio che i comuni si battano per il ripristino della ferrovia, unico mezzo veramente ecocompatibile. La stessa Sangritana, oltre a possedere una locotender a vapore del 1914 con due carrozze a terrazzini,possiede numerosi altri rotabili storici che, se ristrutturati, potrebbero essere ottimamente utilizzati per servizi turistici, come dimostra il successo ottenuto in passato dall’iniziativa del Treno della Valle. Invitiamo l’assessore Campitelli, che tanto si è riempito la bocca parlando di “Mobilità sostenibile” a documentarsi su consolidate realtà ferroviarie,come ad esempio in Svizzera dove la Ferrovia del Bernina è patrimonio Unesco. Riteniamo che il viadotto elicoidale di San Vito Chietino, con vista sulla costa adriatica, non abbia nulla da invidiare al famoso elicoidale di Brusio, sulla Ferrovia del Bernina. Ma forse la città di Lanciano, famosa per il suo Duomo ed il Miracolo Eucaristico, preferisce che i turisti, invece di arrivare comodamente in treno, arrivino in città con inquinanti bus, ritenendo alquanto improbabile,tra l’altro che ci siano turisti desiderosi di scarpinare per quasi 17 Km con una pendenza massima del 35 x 1000.  Confidiamo che il progetto presentato sia dovuto alla calura estiva e ci uniamo alla contrarietà allo smantellamento già espressa anche dall’Ascom Abruzzo,chiedendo anche, alla regione, un impegno concreto per il ripristino del Treno della Valle ed il restauro funzionale della storica locomotiva a vapore T3 “Valtellina”

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FERROVIE, CESMOT: “SULMONA-CASTEL DI SANGRO VITTIMA DI SPRECHI E PESSIMA

ALn6683177saline-300x224“Con la chiusura della Sulmona-Castel di Sangro assistiamo all’ennesimo taglio di una linea ferroviaria camuffato da promesse di risparmi e riduzione dei costi. In realtà sarebbe più corretto parlare di una linea vittima degli sprechi e di una pessima pianificazione da parte di Trenitalia e della Regione Abruzzo”.
Lo dichiarano in una nota congiunta il Cesmot, Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti e l’associazione ‘le Rotaie Molise’ “Un provvedimento di chiusura – proseguono – che ancora una volta va a gravare sui servizi alla comunità, privando il territorio abbruzzese
di un valido collegamento ferroviario transappeninico che da Terni, passando per l’Aquila, Sulmona ed Isernia giunge a Napoli.
In uno scenario così particolare è ancor più evidente come non si consenta alla domanda di fare l’offerta. Un dato quest’ultimo quasi volutamente disatteso, unito alla mai celata volontà di abbandonare la linea da parte delle Ferrovie in questi ultimi anni e, quasi a dare il colpo di grazia, giustificata con motivazioni discutibili dalla Regione Abruzzo in queste ultime settimane”.
“Dopo le motivazioni dello scorso anno – precisa la nota – per la manutenzione materiale, tali da comportare le prime riduzioni del servizio,
si giunge ai giorni d’oggi con i servizi sostitutivi, che oltre a non ‘sostituire’ il treno, sulla carta confermano l’esistenza di un’utenza accettabile e tale da giustificare, nonostante gli orari scoordinati, i servizi ferroviari”.
“La Sulmona-Castel di Sangro-Carpinone – spiega il Centro Studi – ancora ad oggi si presenta con grandi potenzialità inespresse di collegamento rapido tra la piana di Sulmona e la valle del Sangro transitando per Roccaraso e il comprensorio delle Cinquemiglia. Caratteristiche che attraverso un’integrazione seria con gli altri vettori potrebbero rappresentare uno strumento di rilancio finalizzato non solo a se stessa, ma principalmente per il settore turistico della zona, così come richiesto in più occasioni dai Comuni del territorio. Attualmente la linea soffre non solo di un disinteresse e di una scarsa attenzione verso le sue reali potenzialità, ma, cosa ancora peggiore, una spietata e parallela concorrenza, in orari e percorsi, da parte dei servizi su gomma, offerti paradossalmente dalla stessa Regione Abruzzo. Amministrazione che dovrebbe, secondo i Contratti di Servizio, essere principale attore per la programmazione, integrazione e coordinamento. Una situazione in cui le stesse Ferrovie, invece di invocare il rispetto degli accordi in vigore, se ne tira fuori destinando un’infrastruttura all’oblio. Scelta questa che in periodo di grande attenzione ai costi della cosa pubblica, vede l’abbandono di un’infrastruttura con un ulteriore spreco di soldi pubblici”.
“La salvezza della linea – aggiungono le associazioni – può venire solo da lei stessa. A partire da una revisione dei costi di esercizio della linea da parte delle Ferrovie dello Stato, basati su un servizio ed un offerta più aderente alle necessità di mobilità non solo locali, ma interregionali.
Costi che verrebbro in gran parte coperti grazie agli ultimi interventi del Governo a favore del Tpl e destinati per l’appunto alla salvaguardia dei servizi attualmente previsti. Fino ad arrivare ad un sistema di gestione integrato da parte della Regione Abruzzo attraverso due aziende quali Arpa e Sangritana, ispirato a positive esperienze nazionali, come in Trentino-Alto Adige od Emilia Romagna”.
“Per non destinare all’oblio un’infrastruttura strategica, caratteristica ed esclusiva quale la Sulmona-Carpinone – concludono”.

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Attivazione nuovi raccordi ferroviari

Il giorno 15 Luglio, al Km.275+088 della linea Ancona – Foligno, fra le stazioni di Chiaravalle e Jesi, sarà attivato un raccordo in linea denominato Interporto Marche, che sarà incontrato di punta dai treni dispari percorrenti il binario di sinistra e di calcio dai treni pari percorrenti il binario di destra. Detto nuovo raccordo sarà protetto lato Chiaravalle dal PBA n. 409 e lato Jesi dal PBA n. 407d; pertanto a detti segnali sarà conferito il carattere di permissività mediante lettera maiuscola “P” luminosa normalmente accesa a luce fissa, ma che potrà essere anche a luce lampeggiante

Il giorno 29 Luglio, al Km.17+956 della linea Pescara – Sulmona, fra le stazioni di Chieti e Manoppello, sarà attivato un nuovo raccordo in linea denominato Interporto d’Abruzzo.  Detto raccordo, che sarà incontrato di punta dai treni dispari, sarà protetto dai segnali di partenza delle stazioni limitrofe.

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