Filovia Pescara: CeSMoT, molto rumore per nulla

8521_90nomentanaAncora una volta nella città di Pescara registriamo l’ennesimo atto della commedia anti filobus ad opera delle “solite” associazioni, che, caso alquanto unico e bizzarro in Italia, si battono contro la realizzazione di un sistema ecologico. Dopo aver proposto la sostituzione del filobus con dei minibus elettrici, l’ultima bizzarra proposta in ordine di tempo è quella di far circolare sulla famosa strada parco degli autobus ibridi, che avrebbero il “pregio” ,a loro dire, di non avere le “impattanti superflue infrastrutture fisse”
Molto probabilmente, in considerazione che il modello di autobus VDL Citea da loro proposto è molto diffuso in Europa nella sua classica versione diesel, i vari comitati parlano di ibrido confondendolo con un banalissimo bus a gasolio. Quindi, molto rumore per nulla: si propone di abbandonare la filovia per comprare semplicemente dei nuovi bus a gasolio, inquinanti e poco moderni.
A questo punto, se proprio vogliamo parlare di ibrido, ibrido sia il servizio, riservando le corsie realizzate per la filovia al transito per il car sharing, vero ibrido: un mezzo privato che fa servizio pubblico

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3 pensieri su “Filovia Pescara: CeSMoT, molto rumore per nulla

  1. Aggiungo da pescarese all’estero che la difesa della strada parco (vero oggetto del contendere) come percorso verde pedonale e ciclabile, non ha senso. A pochissimi metri da quella striscia di asfalto scorre parallelamente una riviera meravigliosa che aspetta solo di essere liberata dalle auto. In tal modo i cittadini godrebbero di uno spazio unico e potrebbero incontrare lungo il loro percorso non solo altri pescaresi ma anche molti turisti ammirati. Gli “ambientalisti” dovrebbero favorire la chiusura dei lavori della filovia per puntare al rilancio della città attraverso la valorizzazione, riqualificazione e pedonalizzazione del suo asset più importante e prestigioso: il lungomare. Con un’alternativa ecologica all’auto privata si può dire addio alla strada parco per realizzare una riviera da sogno.

    • Il problema è che probabilmente ci sono parecchi interessi a mantenere lo “status quo” della strada parco. Sebbene, ultimamente, gli ambientalisti protestano contro tram, filobus, metropolitane….nulla di nuovo sotto al sole. Anni ed anni fa a Roma, Italia Nostra esultò per la dismissione del filobus…purtroppo ci ritroviamo degli ambientalisti poco seri, che con la scusa di difendere tre o quattro alberi difendono il traffico e la sosta selvaggia….

  2. Il WWF di Pescara (ovvero: quel che resta a livello locale di una gloriosa – un tempo – associazione ambientalista oggi sotto minaccia di disfacimento) continua a mandare diffide, ricorsi e invettive al mondo intero per far smantellare quanto già è stato realizzato della filovia Pescara/Montesilvano. Il tutto sulla base di una stranissima logica, per la quale quando la Giustizia penale assolve tutti, allora vuol dire che “è provato ormai che ci sono state gravissime responsabilità”; quando il TAR o il Consiglio di Stato decidono che il progetto può andare avanti, allora “restano dimostrati i gravissimi illeciti, ecc. ecc.”; quando la Commissione regionale VIA decide che per opere di questo genere il celeberrimo “screening” non era neppure richiesto dalla legge, allora bisogna giustiziare il Presidente della Commissione (e via di questo passo….). Diciamo allora che il WWF – specie dopo la totale ristrutturazione compiuta di recente per cercare di salvarne la stessa esistenza – non da più alcun ruolo “politico” o istituzionale ai gruppi locali, i quali ora rappresentano solo sé stessi. E che, come esemplarmente enunciato nell’ultima decisione del TAR, anche i ricorrenti (16 in tutto, se ben ricordo) rappresentano solo se stessi, il che sta a dimostrare come il ruolo da essi rivendicato di difensori della cittadinanza inerme e offesa dall’ “ecomostro da 18 metri” sia una pura e semplice “usurpazione di credulità”, vale a dire un’ ennesima riedizione del vecchio conflitto tra le “minoranze rumorose” (qui più che mai intente a difendere il loro orticello) e le “maggioranze silenziose”, che proprio non capiscono perché tanto baccano, e quindi non ritengono di doversi mobilitare per sostenere un progetto che potrebbe ridare fiato, vivibilità e dimensione umana alla città intera. Sono più che mai lieto di avere lasciato il WWF ormai da 4 anni, anche se ciò mi ha procurato tutti i problemi ben noti dello status di disoccupato!

    Valentino Tosatti (tosattiv@gmail.com)

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